Milano, 2 mar. (LaPresse/Finanza.com) – Chiusura d’ottava con i nervi tesi sui mercati. L’ultima seduta prima dell’appuntamento con le elezioni politiche italiane ha visto i mercati pagare a caro prezzo l’annuncio di Donald Trump sui dazi che dovrebbero colpire le importazioni di acciaio e alluminio e non solo. Il Ftse Mib ha chiuso sotto la soglia dei 22 mila punti, in calo del 2,39%. Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund rimane invece sordo alle tensioni pre-voto, mantenendosi in area 130 punti.
I dazi annunciati da Trump potrebbero scatenare un’ondata di protezionismo e intaccare la crescita globale: ciò che spaventa, oltre al rischio che i paesi di tutto il mondo rispondano imponendo anch’essi i dazi, al fine di colpire l’export Usa, è anche il fatto che i dazi vengono considerati un elemento inflazionistico, in quanto tendono a tradursi in un aumento dei prezzi per i consumatori. Oggi pesano anche le parole del governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, sulla possibile un’uscita dalla politica monetaria ultraccomodante se l’obiettivo di inflazione sarà raggiunto nell’anno fiscale 2019 (che terminerà a marzo 2020).
Tra i titoli del listino principale di Piazza Affari, si salva solo e per il rotto della cuffia Yoox Net-a-Porter, che strappa una chiusura sulla parità a 37,73 euro. La società delle vendite online conserva ancora il primato per la miglior performance dall’inizio dell’anno, con un rialzo complessivo del 29,57%. Dall’altro lato della lavagna a segnare il calo più pesante è Exor, che lascia sul campo il 6,08% a 55,04 euro. Tra le banche ribassi in linea con l’andamento del mercato, con le big Unicredit e Intesa Sanpaolo scese rispettivamente del 2,26% a 17,06 euro e del 2,16% a 3 euro. Tra i testimonial del lusso debacle invece per Ferragamo (-4,52% a 22,41 euro). In calo anche Atlantia (-1,41% a 24,49 euro), che ha però recuperato terreno dopo l’uscita dei conti 2017, che hanno visto ricavi operativi pari a quasi 6 miliardi di euro (5,973 miliardi per l’esattezza), in crescita del 9% rispetto ai 5,48 miliardi registrati nel 2016.