MILANO – Avvio in calo per Piazza Affari con il Ftse Mib (-0,84%) prossimo ai minimi degli ultimi due anni. Il listino milanese è fanalino di coda in un’Europa nervosa per i timori legati al caso Huawei e nell’attesa dell’incerto voto di domani sulla Brexit. Lo spread Btp-Bund si mantiene attorno ai 290 punti base in attesa degli aggiustamenti alla manovra con cui il governo spera di schivare una procedura di infrazione della Ue. Sul listino milanese soffre Mediaset (-4,4%), su cui Jp Morgan ha tagliato a 2 euro il target price, mentre i timori sulla guerra dei dazi affossano Fca (-3,2%), Stm (-2,7%), Ferragamo (-2%), Ferrari (-2,%) e Cnh (-2%). Male anche i bancari con Ubi (-1,6%), Intesa (-1,1%) e Unicredit (-1%) mentre tiene Banco Bpm (-0,5%) il cui cda dovrebbe oggi approvare la cessione di circa 8 miliardi di euro di Npl. Faticano Mediaset (-4,2%), Fca (-3,2%) e Mps (-2,7%).
Euro
In rialzo in avvio di giornata sui mercati: la moneta unica europea passa di mano a 1,1433 dollari contro il livello di 1,1406 venerdì a new York. Lo yen passa di mano a 128,78.
Borse europee
Il clima di sfiducia rischia di propagarsi anche in Europa e a Wall Street, dove i future viaggiano ampiamente in territorio negativo, alla vigilia dell’incerto voto del Parlamento britannico sull’accordo per la Brexit proposto da Theresa May. Tutti elementi di tensione e incertezza in una settimana che, nella riunione di giovedì, dovrebbe vedere la Bce confermare la fine del quantitative easing a fine anno.
Borse asiatiche
Le tensioni tra Usa e Cina sul caso Huawei e i timori di ripercussioni sulla guerra commerciale tengono ancora banco sui mercati asiatici, tutti in profondo rosso dopo che Pechino ha convocato l’ambasciatore americano per criticare l’arresto del direttore finanziario del colosso della telefonia, Meng Wanzhou. Tokyo ha perso il 2,1%, Sydney il 2,3%, Seul l’1,1%, Shenzhen l’1,3% e Shanghai lo 0,8% mentre Hong Kong cede, in finale di seduta, l’1,2%.
Oro nero
Il petrolio è stabile, con il Wti a 52,48 dollari, dopo il rally scatenato venerdì dall’accordo sui tagli alla produzione dell’Ope, mentre si registra un avvio di settimana in netto rialzo per il petrolio del mare del Nord che continua a salire dopo gli aumenti di venerdì e passa di mano a 62,33 dollari al barile (+66 centesimi). Ad incidere l’accordo Opec sui tagli alla produzione raggiunto venerdì. Stabile il Wti che ferma i rialzi a 52,54 dollari al barile. L
Oro giallo
Le tensioni tra Usa e Cina con l’arresto della della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzho, spingono il prezzo dell’oro che si stabilizza sui massimi da luglio a 1.251 dollari l’oncia.