Borseggiatori sui bus, i turisti rischiano di più dei napoletani

NAPOLI – Sulle linee frequentate dai turisti si aggira lo spettro dei borseggiatori, il tutto mentre chi dovrebbe trovare il deterrente si appunta stellette da sceriffo per l’applicazione di restrizioni a partite di calcio e feste scudetto. La situazione è sempre più pesante per la sicurezza sui mezzi pubblici, soprattutto sulle linee R2, 151, C63, 168 e 178, segnalate come le più colpite dal fenomeno delle mani leste e principalmente operanti in zone d’interesse turistico, ma anche di traffico di pendolari. Sul campo il panorama non è lusinghiero: gli autobus si riempiono presto, soprattutto di pendolari e turisti, al punto da rendere difficile muoversi all’interno, con passeggeri costretti a sgomitare per riuscire a scendere alla propria fermata.

È il terreno perfetto per l’azione dei malviventi che agiscono in gruppi di tre o quattro individui che accerchiano la vittima tagliandole le vie di fuga e sfruttano la calca per alleggerirla. Per chi frequenta assiduamente le tratte i loro volti sono noti, l’obiettivo sono quindi i turisti o gli anziani, i primi perché ignari, i secondi perché meno portati ad opporre resistenza. Sono le persone incrociate alle fermate a confessarlo: “Sono sempre gli stessi”. Se qualcuno li nota e prova a fermarli o segnalarli rischia grosso: nella migliore delle ipotesi, i malfattori abbandonano in fretta e furia l’autobus rivolgendo insulti e minacce al ‘ficcanaso’ ma non sono rare le volte in cui, forti dell’essere in gruppo, passano alle vie di fatto aggredendo chi ha avuto il coraggio di intralciare i loro piani. Più d’una volta alcuni di loro sono stati portati in caserma dalle forze dell’ordine, tuttavia sono tornati presto in libertà con maggior determinazione per recuperare la ‘giornata persa’.

Davanti a queste premesse, non sorprende il velo di paura che porta passeggeri ed operatori a temere di esporsi a microfoni o telecamere per testimoniare. Anzi, è comprensibile. “Sono una piaga costante, – afferma Gaetano Franco, autista Anm che prende il coraggio a due mani e ci mette la faccia – anche noi sappiamo chi sono ma non possiamo impedire loro di salire, dopo di che ci troviamo in una situazione in cui non possiamo fare nulla”. Franco descrive l’attività dei borseggiatori come organizzata nei minimi dettagli: “Sembrano quasi un’azienda, si danno i turni di lavoro per coprire le fasce orarie di maggior affluenza di passeggeri”.
Gli fanno eco Adolfo Vallini e Marco Sansone, uomini in servizio sui mezzi pubblici e sindacalisti di punta dell’Usb sul territorio, che, inoltre, chiedono maggiore attenzione: “Quando si spengono i riflettori vengono meno anche i controlli. Noi abbiamo cercato risposte già in tempi non sospetti finché, in maniera anche provocatoria, abbiamo cominciato ad avvisare, a voce e con dei volantini, i passeggeri del pericolo”. Un modo per migliorare le cose da subito ci sarebbe: “Nei nuovi autobus – concludono – ci sono telecamere a circuito chiuso, attivarle sarebbe un primo deterrente”.

Elio De Falco

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