TEVEROLA – Insulti, sputi e poi le botte. È accaduto ieri pomeriggio nei pressi del cimitero comunale, a poca distanza da un autolavaggio.
I protagonisti dello scontro sono stati Pasquale De Floris, ex capogruppo di maggioranza (si è dimesso dal consiglio comunale la scorsa settimana), e il giovane Roberto Vitale, figlio del noto imprenditore Raffaele.
Il giovane Vitale stava transitando in auto quando ha incrociato De Floris. Tra i due sarebbero volate parole forti, probabilmente offese pesanti. In poco tempo, il dialogo, acceso e poco elegante, è degenerato, lasciando spazio alla violenza fisica. Diverse persone presenti avrebbero assistito alla scena e sono intervenute per evitare che la lite degenerasse ulteriormente.
Dopo lo scontro, entrambi i protagonisti si sono recati in ospedale per farsi medicare. De Floris è stato curato presso il nosocomio ‘Giuseppe Moscati’ di Aversa, mentre Vitale si è recato all’ospedale di Marcianise.
Sulla vicenda sono intervenuti anche i carabinieri della locale stazione, che stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Tuttavia, fare piena luce sull’episodio non sarà un compito facile, dato che la questione si prospetta come un classico caso di querela e controquerela, con versioni probabilmente divergenti.
Per chiarire i fatti, potrebbe risultare utile l’eventuale presenza di telecamere di videosorveglianza nella zona. Queste immagini potrebbero fornire elementi preziosi per determinare cosa sia effettivamente successo tra De Floris e Vitale, e quale delle due versioni possa corrispondere alla realtà.
A legarli l’indagine che ha travolto il Comune
Cosa abbia spinto Pasquale De Floris e Raffaele Vitale a litigare fino ad arrivare alle mani non è ancora chiaro. Sarà l’eventuale indagine, innescata dalle loro rispettive denunce, a fare luce sul motivo dello scontro. L’unico elemento che indirettamente li lega (anche se, va chiarito, non è detto che abbia a che fare con la lite) è l’inchiesta che recentemente ha sconvolto la politica locale, svelando un presunto giro di corruzione riguardante permessi rilasciati dall’ufficio Tecnico.
De Floris è una delle 15 persone indagate dalla Procura di Napoli Nord e rischia l’arresto con l’accusa di corruzione. Raffaele Vitale, invece, è figlio di Roberto Vitale, l’imprenditore che ha denunciato presunte condotte illecite da parte della precedente amministrazione, nella quale De Floris aveva avuto un ruolo. Queste denunce hanno contribuito ad attirare l’attenzione degli inquirenti sul Comune.
A decidere se De Floris dovrà essere sottoposto a misura cautelare sarà il giudice Daniele Vecchiarelli del Tribunale di Napoli Nord. a seguito dell’interrogatorio che affronterà insieme alle altre sei persone per le quali i pm Patrizia Dongiacomo e Cesare Sirignano pure hanno proposto l’arresto. Gli interrogatori, inizialmente previsti per oggi, sono stati rinviati alla prossima settimana.
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