Violenza giovanile, il cappellano di Poggioreale: “Prendono le armi per niente”

Don Franco Esposito

NAPOLI – Violenza giovanile senza freni. Cosa sta accadendo a Napoli? Risse, ferimenti, agguati. E spesso sono minorenni a usare coltelli e pistole. “Purtroppo se non si interviene, la situazione va peggiorando – avverte don Franco Esposito, cappellano nel carcere di Poggioreale – e bisogna andare alla radice. Serve una maggiore presenza degli assistenti sociali, di psicologi e un aiuto concreto alle famiglie.
Se tutto questo è irrisorio, non si va da nessuna parte. Anche la scuola è importante. Oggi il problema è evidente: ragazzini per niente mettono mano ai coltelli e alle pistole, sta diventano un male cronico”. Il parroco taglia corto: “Come ogni malattia, se non si fa in tempo, diventa cronica e patologica”. Cosa fare per uscirne? “Di certo non sarà la presenza della polizia, o dell’esercito a risolvere il problema. A questo punto credo che nemmeno solo il carcere possa risolvere l’emergenza. A volte peggiora i giovani. Non conosco il ragazzo, che ha commesso omicidio. Ma se è già nella delinquenza, in cella potrebbe anche peggiorare. Spesso dopo la detenzione acquisiscono dei gradi.
Entrano che hanno rubato ed escono che sanno anche rapinare. Serve che gli istituti penali facciano la rieducazione e il reinserimento sociale. In cella non si parla che di reati e avvocati. Di uscirne in qualche modo. Non sono questi i discorsi, che migliorano i nostri ragazzi”.

“Aumentare la presenza educativa”

Dunque da dove partire? “Bisogna aumentare la presenza educativa sul territorio e prevenire il disagio. Non si sta facendo né con gli investimenti, né con i concorsi per implementare le unità. Anche la presenza delle parrocchie viene meno, se non esistono realtà sociali di sostegno importanti”. Per don Franco Esposito ci sono diversi aspetti da sottolineare: “Avere una pistola significa già essere vicino a una realtà criminale del territorio. Perciò dicevo che spesso la cella peggiora la persona. A volte si esce peggio di prima. I ragazzi perbene non escono da casa con la pistola. E’ un particolare significativo. Dove ha preso l’arma? Chi gliela ha fornita? A Poggioreale c’è il padiglione Firenze, che accoglie chi entra in carcere per la prima volta. Sono quasi tutti giovani. Significa che si è abbassata l’età media per commettere il primo reato. E’ una presenza che non ci fa sperare in un mondo migliore”.

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