RIO DE JANEIRO – La polizia federale brasiliana ha fatto sapere che resti umani ritrovati nella foresta Amazzonica brasiliana sono stati identificati come del giornalista britannico Dom Phillips, scomparso il 5 giugno in una zona remota della foresta con l’esperto di popoli indigeni Bruno Pereira. Altri resti recuperati vicino ad Atalaia do Norte, nell’Amazonas, non sono ancora stati identificati, ma ci si aspetta appartengano a Pereira. I due sono stati visti l’ultima volta all’ingresso del territorio indigeno Valle di Javari, al confine con Perù e Colombia. “La conferma è basata su esami dentali e antropologici forensi”, ha affermato una nota della polizia federale, “prosegue il lavoro per identificare completamente i resti, in modo che possiamo determinare la causa della morte, così come la dinamica del crimine e dell’occultamento dei cadaveri”. Il pescatore Amarildo da Costa de Oliveira detto Pelado ha confessato di aver assassinato Phillips, 79 anni, e Pereira, 41 anni, indicando il luogo dove ha nascosto i cadaveri. Ha detto di aver usato un’arma da fuoco per ucciderli. L’area è teatro di violenti scontri fra pescatori bracconieri e agenti del governo, nonché di traffici illeciti di droga e risorse naturali.
La polizia ha dichiarato che gruppi criminali organizzati non sembrano coinvolti nell’omicidio, ma l’associazione indigena locale Univaja ha duramente criticato questa conclusione, affermando che le indagini hanno ignorato l’esistenza della rete criminale che paga i pescatori per pescare illegalmente nell’area indigena. “Così Pereira è diventato uno dei loro principali obiettivi, così come altri membri di Univaja che hanno ricevuto minacce di morte”, ha affermato l’organizzazione. I membri della popolazione indigena locale sono stati i primi ad avviare le ricerche dei due alla loro scomparsa, affiancando poi gli agenti quando, dopo molte critiche, le autorità hanno inviato squadre nell’area. Manifestazioni e proteste per chiedere giustizia per Pereira e Phillips sono in programma nel fine settimana in vari luoghi in Brasile, anche per chiedere il contrasto alla violenza nei confronti di attiviste e attiviste ambientali e per i diritti delle minoranze e persone indigene.
(LaPresse)