Brescia: sventato assalto al caveau di un istituto di vigilanza e una rapina di 80 milioni, 31 arresti

Trentuno arresti in provincia di Brescia. Per i magistrati della Dda di Brescia e le forze dell'ordine si tratta dei rapinatori specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau, in gran parte provenienti da Cerignola (Foggia), che stava per compiere un’imponente rapina a mano armata in danno del caveau di un istituto di vigilanza privata

Foto LaPresse - Mourad Balti Touati

MILANO – Trentuno arresti in provincia di Brescia. Per i magistrati della Dda di Brescia e le forze dell’ordine si tratta dei rapinatori specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau, in gran parte provenienti da Cerignola (Foggia), che stava per compiere un’imponente rapina a mano armata in danno del caveau di un istituto di vigilanza privata , con sede in Calcinato(Brescia). Nel caveau c’erano circa 80 milioni di euro in contanti. Sono stati inoltre sequestrati 4 kalashnikov, 1 fucile a pompa, una mitraglietta Uzi, una pistola (con svariate munizioni), 21 bottiglie Molotov e chiodi a quattro punte.

Le complesse indagini sono durate 5 mesi e nella fase conclusiva hanno visto il dispiegamento di un imponente dispositivo composto da personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri le cui componenti hanno operato in sinergia e stretto raccordo operativo. All’operazione che ha permesso di arrestare il gruppo di presunti rapinatori, hanno preso parte anche le Squadre Mobili di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona ei militari del Comando Provinciale Carabinieri di Brescia.

Gli arrestati, che si erano radunati ed erano pronti ad entrare in azione nella tarda serata, sono accusati di aver pianificato da tempo l’assalto al caveau, ignari di essere sottoposti ad indagini condotte, con attività tecniche d’intercettazione, dalla Squadra Mobile di Brescia, dal Servizio Centrale Operativo e dal Raggruppamento Speciale Operativo Carabinieri.

I rapinatori, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche di ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato 20 auto, furgoni e camion destinati ad essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse ed impedire l’intervento delle forze di Polizia. Nella loro disponibilità anche una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau, che custodisce gli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona. Fra gli arrestati figurano anche due guardie giurate infedeli, dipendenti dell’istituto di vigilanza obiettivo della rapina, che facevano da basisti.

I rapinatori erano pronti ad intervenire muovendo contemporaneamente da luoghi diversi, comunicando con telefoni dedicati ed apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi da un capannone industriale ubicato a Cazzago S. Martino (dove erano stati nascosti i mezzi preventivamente rubati) mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due ‘covi’ situati a Gardone Val Trompia e a Ospitaletto.

L’operazione anticrimine è stata condotta contestualmente su tutti e tre questi obiettivi, impiegando oltre trecento uomini e mezzi speciali. L’operazione è stata realizzata anche grazie al coordinamento investigativo effettuato dalla Procura Nazionale Antimafia.

(LaPresse)

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