Milano – Doppia batosta alla Camera dei comuni per il governo della prima ministra britannica, Theresa May. Nel primo dei cinque giorni di dibattito in vista del decisivo voto dell’11 dicembre sull’accordo sulla Brexit siglato tra il Regno Unito e il blocco comunitario, viene a galla la debolezza di May a Westminster.
La Camera dei comuni ha passato con 311 voti favorevoli e 293 contrari una mozione di censura al governo, presentata dal Labour, che ha accusato l’esecutivo di aver commesso oltraggio al Parlamento non pubblicando interamente i contenuti della consulenza legale sull’accordo sulla Brexit.
L’esito del voto ha costretto il team di May a promettere di diffondere integralmente il testo in vista del voto di martedì prossimo. “Questa Camera ora si è espressa e ciò ha grande significato costituzionale e politico“, ha commentato Keir Starmer, membro del Labour.
Poco dopo, un altro colpo a May
Il Parlamento ha votato a favore di un emendamento che darà maggior potere decisionale ai deputati, nel caso in cui – come previsto – l’accordo negoziato dalla premier venga bocciato a Westminster. I deputati, grazie all’emendamento proposto dal conservatore Dominic Grieve che è passato con 321 voti favorevoli e 299 contrari, potranno presentare emendamenti all’intesa.
Intervenendo di nuovo davanti ai deputati, May è tornata ancora a difendere l’accordo e a invitare il Parlamento ad approvarlo, quando sarà chiamato a esprimersi. I termini dell’intesa, ha detto la premier, “permettono una buona relazione con l’Europa e al Regno Unito di fare ampi accordi commerciali”. Inoltre ha affermato, riporta Bbc, garantiscono una giusta soluzione sugli obblighi economici di Londra e “stabilità alle imprese”.
May boccia l’eventualità di un secondo referendum
“Esacerberebbe le divisioni nel Paese“, mentre “è compito del Parlamento agire per realizzare l’esito del voto che il popolo britannico ha espresso nel 2016“. Lo scenario di un secondo referendum è stato rafforzato dall’opinione espressa dall’avvocato generale della Corte Ue, Campos Sanchez-Bordona, per cui Londra potrebbe rinunciare alla Brexit senza bisogno dell’assenso dei partner dell’Ue.
“La notifica dell’articolo 50 del Trattato sull’intenzione di ritirarsi dall’Ue può essere revocata unilateralmente a certe condizioni fino alla data di conclusione dell’accordo di ritiro“, ha affermato l’avvocato nelle sue conclusioni. Un portavoce di May ha ricordato che si tratta di un’opinione e che la posizione di Londra non cambia.