MILANO (LaPresse) – Brexit in primo piano. Il Regno Unito si prepara infatti all’imminente uscita dall’Unione Europea. È “imperativo” che le banche dell’Ue a 27 Paesi, senza la Gran Bretagna, lavorino per identificare “potenziali esposizioni e canali di rischio“.
Effetto Brexit
Bisogna inoltre valutare “le possibili implicazioni” di una potenziale Brexit che avvenga senza un accordo tra Londra e Bruxelles. Lo afferma L’Autorità bancaria europea (Eba), che ha pubblicato oggi una nota sul suo sito in merito a una possibile uscita del Regno Unito dall’Ue. Uscita che potrebbe avvenire senza un’intesa con l’Europa. E senza alcun periodo di transizione.
L’autorità bancaria europea
Il monitoraggio condotto dalle autorità europee di vigilanza e di risoluzione “dimostra che le istituzioni finanziarie devono accelerare i preparativi” in vista di marzo 2019. Proprio quando è previsto che scatti la Brexit. A sottolinearlo è l’Eba.
Andrea Enria, presidente dell’Eba, dichiara che “le imprese non possono dare per scontato che continueranno a operare come al momento. Né possono contare su accordi politici o interventi di politica pubblica finora non realizzati“. E aggiunge: “I rischi, le capacità e le implicazioni legali devono essere esaminati e indirizzati“. In particolare, le istituzioni finanziarie devono assicurarsi di disporre delle autorizzazioni regolamentari corrette. E della relativa capacità di gestione in anticipo.