Brexit, il piano di May: “Stop agli europei in cerca di lavoro”

Le dichiarazioni della premier britannica e gli esiti della sua politica sull'Italia

LP / Steve Parsons / PA Wire

LONDRA (LaPresse/AFP) – L’atteso Libro bianco sulla Brexit è stato pubblicato. Il governo di Theresa May ha illustrato così nei dettagli cosa prevede il tanto contestato piano per la futura relazione con l’Ue post divorzio. Che ha determinato una rivolta interna ai conservatori. Approvato in un primo momento dall’esecutivo venerdì scorso, il piano aveva poi provocato le dimissioni degli ormai ex ministri per la Brexit e degli Esteri, rispettivamente David Davis e Boris Johnson. Contrari a quella che definiscono una Brexit troppo ‘soft’. A presentare il documento alla Camera dei Comuni è stato il nuovo ministro per la Brexit, Dominic Raab. Che da lunedì sarà impegnato nei negoziati a Bruxelles. Il capo negoziatore Ue Michel Barnier, dal canto suo, ha fatto sapere su Twitter che analizzerà il testo alla luce delle linee guida del Consiglio europeo. E si è detto impaziente di arrivare ai colloqui della prossima settimana.

Non si potrà più andare in Gran Bretagna per cercare lavoro

Il piano sulla Brexit “implica la fine della libertà di movimento? Saremo in grado di firmare nostri accordi commerciali? Il Regno Unito sarà fuori dalla giurisdizione della Corte europea? Sono contenta di dare risposte molto semplici: sì, sì e sì”. Lo ha scritto su Facebook la prima ministra volendo esemplificare il piano presentato. Quello della circolazione delle persone è fra i nodi più controversi. Anche perché riguarderà numerosi italiani. “Le persone non potranno più venire qui dall’Europa nella remota possibilità di poter trovare un lavoro”, ha scritto May. “Accoglieremo sempre volentieri i professionisti competenti che aiuteranno il nostro Paese a prosperare. Dai medici agli infermieri agli ingegneri agli imprenditori. Ma per la prima volta in decenni avremo il pieno controllo dei nostri confini”.

In cosa consiste il piano Brexit

Del piano si conoscevano finora le linee generali. Un rapporto commerciale Ue-Londra post Brexit molto stretto, con una zona di libero scambio e un nuovo modello doganale con i 27 per mantenere un commercio “senza frizioni” con il continente. Il Libro bianco scende però più nei dettagli. La nuova zona di libero scambio per le merci dovrebbe permettere, tramite l’introduzione di un accordo doganale “semplificato”, di “evitare una frontiera rigida fra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda”. Una linea rossa questa condivisa da Londra e Bruxelles.

La Gran Bretagna torna a essere padrona dei propri confini

Quanto ai servizi, saranno oggetto di un nuovo accordo, che dovrebbe offrire al Regno Unito “la libertà di tracciare la propria strada nei settori più importanti della sua economia”. A tal proposito, però, il governo riconosce che ci saranno “più barriere” rispetto a quelle esistenti oggi e che una nuova intesa priverà le istituzioni finanziarie del “passaporto europeo” che permette loro di operare liberamente sul continente. Una misura che preoccupa la City di Londra, che ha denunciato un “colpo duro” per la finanza britannica. Ci sono poi una serie di proposte per un “partenariato nella sicurezza”: Londra dovrebbe restare membro delle agenzie Europol ed Eurojust e svilupperebbe accordi di “coordinamento” su questioni di politica estera e della difesa.

Gli esiti del voto britannico

Le proposte del governo sulla Brexit “rispondono al voto dei britannici” nel referendum di giugno 2016, ha assicurato May da Bruxelles, dove era impegnata per il summit Nato. Una risposta a Boris Johnson, che aveva dato l’addio al governo dicendo che il sogno della Brexit sta morendo. Ma una risposta anche a Donald Trump, che poco prima di partire proprio per il Regno Unito ha detto: “Non so se è per questo che hanno votato i britannici”.

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