PARIGI – Boris Johnson, al timone di Downing Street, continua a ripetere che l’accordo con l’Ue sulla Brexit va rinegoziato, in particolare abolendo il backstop irlandese, ma dopo i no delle istituzioni Ue (Jean-Claude Juncker ha ribadito giovedì al neo-premier britannico che l’intesa attuale è “l’unica possibile”) arrivano anche gli avvertimenti di Francia e Irlanda. Intanto però la diplomazia corre sui fili telefonici: Johnson è stato invitato da Emmanuel Macron e Angela Merkel a recarsi in visita rispettivamente in Francia e a Berlino.
La decisione
Johnson “sembra avere preso la decisione deliberata di porre il Regno Unito in rotta di collisione con l’Unione europea e con l’Irlanda in relazione ai negoziati sulla Brexit”. Così accusa il ministro degli Esteri dell’Irlanda, Simon Coveney, dopo avere incontrato a Belfast il ministro britannico incaricato dell’Irlanda del Nord, Julian Smith.
Un accordo nullo
Per Johnson l’accordo di ritiro raggiunto da Theresa May con Bruxelles (e respinto tre volte dalla Camera dei Comuni) è “inaccettabile”: chiede dunque un nuovo accordo con l’Ue. Quindi chiarendo che in ogni caso il divorzio il 31 ottobre si farà, dunque se non ci sarà una nuova intesa Londra uscirà in scenario di ‘no deal’. Bruxelles, dal canto suo, continua a ripetere che l’accordo di uscita non si tocca; l’unica cosa che si può rivedere è la dichiarazione politica allegata, che non ha valore vincolante, e riguarda i futuri rapporti fra Londra e l’Ue.
Il consiglio
A richiamare all’ordine il paladino della Brexit anche la Francia. Macron, oltre a invitarlo per una visita “nelle prossime settimane”, ha chiarito che si parlerà di Brexit “nel rispetto delle esigenze dell’Unione europea”, ha fatto sapere l’Eliseo. E a spingersi oltre è stata la sottosegretaria agli Affari europei, Amélie de Montchalin, che ai microfoni di France 2 ha parlato senza mezzi termini mettendo in guardia Johnson da “giochetti” e “provocazioni”: “C’è l’accordo sul tavolo. Ciò che si può rinegoziare e che è ancora da negoziare, è la relazione futura, e bisogna che siamo responsabili”, il che “significa che noi siamo chiari, prevedibili, e bisognerebbe riuscire a creare una relazione di lavoro, evitare giochetti, prese di posizione, provocazioni”, ha affermato. “Se non ci sarà un accordo significa che non avremo una relazione di fiducia” con il Regno Unito, ha concluso.
Quanto ad Angela Merkel, anche la cancelliera ha invitato a Berlino il capofila dei brexiteers. E la sua portavoce ha fatto sapere che l’invito è stato accettato. “Le discussioni – ha riferito – sono state incentrate in primo luogo sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e sull’approfondimento delle relazioni bilaterali”.
Lapresse