LONDRA – La strada per la Brexit sembra essere sempre più in salita. I “ribelli” del partito conservatore dei Tory hanno raggiunto il numero di voti necessari per mettere al voto una mozione di sfiducia nei confronti della leadership di Theresa May. Lo ha annunciato Graham Brady, presidente della “commissione 1922”. All’organo dello schieramento conservatore sono state infatti consegnate almeno 48 lettere in cui si chiede la calendarizzazione del voto, in programma questa sera tra le 19 e le 21.
Brexit, Theresa May avverte il suo Partito
La premier dei Tory ha avvertito i suoi colleghi che, in caso fosse sfiduciata, la situazione Brexit si complicherebbe enormemente. I tempi necessari per metter su una nuova leadership imporrebbero di “rinviare o revocare” l’articolo 50 di notifica della Brexit.
L’uscita del Regno dall’Unione Europea, fissata per il 29 marzo 2019, potrebbe quindi saltare o slittare ulteriormente.
Per Bruxelles la situazione è “grave”
Intanto, nella lettera d’invito al summit Ue di domani e dopodomani inviata ai leader europei dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, Bruxelles ha definito “grave” la situazione in cui versa il governo britannico. “Data la gravità della situazione nel Regno Unito, si legge, inizio la mia lettera con la Brexit. L’intenzione è di ascoltare la valutazione del primo ministro britannico, e dopo, di incontrarci a 27 per discutere della questione ed adottare le opportune conclusioni. Poiché il tempo sta per finire, parleremo anche dello stato di preparazione per uno scenario di mancato accordo“, conclude Tusk.
L’intesa non si tocca
I capi di Stato d’Europa non hanno alcuna intenzione di ritrattare. Lo ha confermato anche Angela Merkel. “Non abbiamo intenzione di cambiare di nuovo il trattato della Brexit. Questa è la posizione comune dei 27 paesi. Quindi, non c’è da attendersi adesso che noi qui usciamo dal dibattito con qualche modifica“, ha precisato la cancelliera tedesca. L’intesa raggiunta non si tocca. “È l’unica sul tavolo“, ha ribadito presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.