I familiari di Francesco Pio Maimone, pizzaiolo di 18 anni morto nel marzo del 2023, perché raggiunto al petto da un proiettile vagante esploso durante una rissa, a cui la vittima era estranea, aspettano che venga fatta giustizia. La sentenza in primo grado per Francesco Pio Valda, 20enne di Barra, accusato di aver esploso colpi di pistola ad altezza uomo per futili motivi, potrebbe arrivare il 28 novembre. Al massimo per i primi di gennaio. Per Valda, che per ironia della sorte porta lo stesso nome di battesimo della vittima, il pm Antonella Fratello, ha chiesto l’ergastolo con due anni di isolamento diurno. “Esce sempre armato, anche di due pistole, pure in discoteca… il suo scopo non è divertirsi ma per creare ‘tarantelle’ e di ‘schiattare’ quelli che non sono armati”.
Ieri mattina in aula il pubblico ministero ha usato le stesse parole nelle intercettazioni agli atti. Alla Corte di Assise di Napoli il magistrato ha anche chiesto otto anni di carcere per Giuseppina Valda, la sorella del presunto killer, e per lo zio, Giuseppe Perna; per la nonna, Giuseppina Niglio, 6 anni; per gli altri imputati Salvatore Mancini, 3 anni di carcere e per Pasquale Saiz e Alessandra Clemente, quest’ultima cugina di Valda, 8 anni e 6 mesi di reclusione. La famiglia Maimone attende giustizia. “Noi siamo stati già condannati all’ergastolo un anno e mezzo fa – ha detto Antonio Maimone, padre del 18enne ammazzato agli chalet di Mergellina – quando mio figlio è stato ucciso per una scarpa sporcata. Chiediamo che l’assassino venga condannato al massimo della pena, perché è un soggetto pericoloso”.
Nella scorsa udienza, Valda chiese scusa. “Non siamo noi a doverlo perdonare – ha dichiarato Antonio Maimone – sarà Dio a decidere che cosa fare. Noi vogliamo giustizia per mio figlio e che chi ha sparato venga condannato all’ergastolo, anche come monito per gli altri ragazzi”. Purtroppo la morte di Francesco Pio non ha insegnato nulla, visto che poche settimane fa, Santo Romano, 19enne di Casoria, venne ucciso a San Sebastiano al Vesuvio, con modalità analoghe da un altro ragazzo di Barra. “Mi rivolgo alle persone perbene di quel quartiere – ha detto Antonio Maimone – basta girare la faccia dall’altra parte”. Anche perché il lavoro da fare perché i giovani capiscano l’importanza di stare alla larga dalla violenza è ancora molto lunga. A dimostrarlo c’è il comportamento di Valda sui social. “Brindiamo all’ergastolo”, avrebbe scritto sui suoi account il 20enne di Barra poche ore dopo la tragedia di Mergellina. Dopo l’omicidio, sui social Valda avrebbe scritto anche “se va male, è esperienza” e ancora “zero rimpianti”. Dopo l’arresto, poi, nonostante fosse detenuto nel carcere di Terni, gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno ricostruito come Valda abbia pubblicato “video su Tiktok” direttamente dalla cella.