MONDRAGONE – Sono quasi sette, ormai, gli anni trascorsi da quelle elezioni: parliamo delle Regionali del 2015 che incoronarono governatore della Campania il salernitano Vincenzo De Luca. E nonostante i loro effetti politici siano stati abbondantemente superati, metabolizzati, continuano a tener banco. Per quale ragione? Perché sarebbero state caratterizzate da brogli. Piccoli, se si tiene conto dei numeri, ma pur sempre presunti brogli. E in relazione alle ipotizzate magagne ora la Procura di Santa Maria Capua Vetere vuole a processo quattro persone. Si tratta di Rachele Miraglia, 49enne, oggi coordinatrice locale di Fratelli d’Italia, Michela Di Maio, 29enne, Vincenzo Marino, 45enne, e Maddalena Marano 53enne.
Miraglia, in qualità di presidente di seggio della sezione elettorale numero 22, avrebbe formato falsamente, dicono gli inquirenti, cinque schede elettorali apponendovi di suo pugno il voto di preferenza al candidato Giovanni Zannini ed anche i relativi croce-segni sul simbolo Centro Democratico e sulla dicitura Vincenzo De Luca per due schede e sul Partito Democratico per un’altra. Condotte simili, questa la tesi dell’accusa, avute da Di Maio, Marina e Marano in qualità di scrutatori: complessivamente avrebbero truccato 8 schede.
L’indagine che rischia di dar via al processo è nata dall’esposto che aveva presentato ad urne chiuse Filomena Letizia, legale di Capodrise e candidata nel 2015 nello stesso partito dell’epoca in cui militava Zannini, il Centro Democratico. La professionista riteneva che il seggio nel consiglio regionale toccasse a lei, a causa di errori nei conteggi, e non al mondragonese, che invece fu dichiarato eletto. E la vicenda finì pure davanti al Tar. Ma i togati amministrativi partenopei confermarono l’elezione di Zannini. Durante i controlli però emersero dubbi su alcune schede: il sospetto che fossero state taroccate era forte e la Procura delegò la guardia di finanza per approfondire la questione. Raccolti gli atti prodotti dalle fiamme gialle, il pm Gionata Fiore nelle scorse settimane ha dichiarato conclusa l’attività investigativa e chiesto il rinvio a giudizio della Miraglia che presiedeva il seggio 22 e dei tre scrutatori. L’udienza preliminare, che deciderà se dare o meno il via al procedimento, si celebrerà ad inizio febbraio al giudice Alessia Stadio. Nella vicenda Filomena Letizia e Giovanni Zannini sono ritenute persone offese e, se lo riterranno, potranno costituirsi parte civile.