Brucellosi, condannati i vitelli

Gianni Fabbris

CASERTA – Altri diecimila animali verranno uccisi, al momento dell’arrivo all’età dell’accoppiamento, per sospetto contagio da brucellosi, nonostante per dodici volte i test abbiano dato esito negativo all’infezione: non si arresta la mattanza di bufale in provincia di Caserta dove il piano di eradicazione della regione Campania, continua a mietere vittime, uccidendo gli animali e condannando al fallimento migliaia di aziende.

La nota interpretativa

Alle centinaia di migliaia di animali se ne andranno ad aggiungere, secondo le stime del Coordinamento Unitario per la Tutela del Patrimonio Bufalino, altri diecimila animali. Nel ‘mirino’ della Regione Campania la nuova generazione di vitelli e vitelle che, fino ad oggi, erano rimasti isolati in stalle separate. Il massacro degli animali è ‘contenuto’ nella nota interpretativa, come dicono gli allevatori, del dottor Sarnelli. Motivo per cui gli allevatori casertani alzano il tono della protesta. “La Regione Campania sta continuando a causare danni – la parole del coordinatore Gianni Fabbris – nonostante le numerose ‘rassicurazioni’ che vengono sparse a man bassa in realtà si stanno compiendo operazioni estremamente gravi, in applicazione di un piano che mostra non solo i propri limiti ma anche le gravi responsabilità, non soltanto per non aver eradicato le malattie ma anche per i gravi danni causati alle imprese e ai lavoratori del territorio. Stiamo affrontando un bizantinismo di norme contraddittorie, in cui è persino difficile orientarsi e capire ciò che accade e che causa decine di migliaia di vittime tra gli animali”.

La mattanza

A testimoniare la mattanza un allevatore che, dopo aver dovuto eliminare gli animali adulti, ora si ritroverà a dover uccidere l’intera nuova generazione di bufale. “La mia azienda è stata colpita lo scorso anno e sono stato costretto ad abbattere 300 animali – sono le parole di Domenico Autieri, che testimonia i danni causati alle aziende del territorio – Dicevano che erano positivi. In realtà erano bufale gravide, che avevano partorito nella mia azienda. Tutto è avvenuto prima della dichiarata positività. Ci sono stati 42 vitelli, giudicati come figli di animali infetti, La vecchia normativa in vigore, in questo caso, prevedeva soltanto la separazione degli animali, impedendo la fecondazione. In stalla abbiamo fatto esattamente dodici profilassi, tutte dal risultato negativo. E’ ingiusto: ai test ufficiali risultano negativi. Ora uccideranno l’intera nuova generazione di animali”.

La confusione dei regolamenti

Una situazione assurda in cui vanno ad accavallarsi ormai innumerevoli norme, in una confusione di regolamenti, note e contronote. “Con la vecchia delibera – spiega il coordinatore Fabbris – gli allevatori hanno potuto tenere gli animali piccoli, i vitelli, in stalle separate. La Regione, allora, ha prodotto una ‘nota interpretativa’. Che aggiunge confusione a confusione. In questo modo modificando un articolo, viene deciso che tutti gli animali che si dovessero trovare in questa condizione dovranno venire abbattuti. All’incirca 10mila animali rischiano di venire ammazzati, pur essendo negativi. Tutto in nome di una logica di deresponsabilizzazione. Tutti i giovani vitelli e le giovani vitelle verranno uccise, un intera generazione di animali che sparirà. Si perderà l’intero patrimonio genetico, un colpo durissimo per le aziende del territorio. Tutto con una semplice nota interpretativa del dottor Sarnelli. Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati per fare ricorso e diffidare i coinvolti, a partire del dottor Sarnelli”. Gli allevatori sono pronti a recarsi fino a Bruxelles, mercoledì prossimo, per chiedere il rispetto delle regole e l’abolizione del piano di eradicazione della Regione Campania.
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