CASERTA (gt) – Le marce, gli interventi dei parlamentari e le puntate a Strasburgo non sono serviti a far cambiare idea al governatore Vincenzo De Luca. Il piano varato dalla Regione Campania per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi dalle specie bovina e bufalina non è stato modificato come gli allevatori avevano chiesto e ancora chiedono. E i mancati cambiamenti determinano, dicono gli imprenditori agricoli, enormi problemi al settore. Ed è proprio di queste difficoltà che si parlerà nell’aula consiliare di Casal di Principe lunedì prossimo alle 21. Il sindaco Renato Natale ha accolto la richiesta di alcuni allevatori di tenere un incontro pubblico in città e ha invitato pure i vertici regionali e provinciali di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri.
“Ritenendo utile e necessaria la possibilità di chiarire le incomprensioni e con l’intento di facilitare l’unità di tutto il mondo allevatoriale in una fase così delicata come quella per cui gli allevatori si sono mobilitati da molti mesi, con il dichiarato obiettivo di scongiurare il protrarsi della crisi aggravata dalla gestione del piano contro la Brc e la Tbc bufalina – ha fatto sapere il sindaco di Casale -, invito le organizzazioni professionali agricole, le organizzazioni di base degli allevatori, tutti i soggetti sociali coinvolti e interessati alla soluzione di una vertenza che si sta prolungando da troppo tempo senza soluzioni, e gli allevatori tutti, a un incontro pubblico da tenere il giorno 26 giugno dalle ore 21 nella sala consiliare del comune di Casal di Principe”.
“Facendo appello al senso di responsabilità di tutti gli attori in campo – ha aggiunto il primo cittadino dell’Agro aversano – e sperando di poter contribuire a determinare un clima di confronto e collaborazione utile a reagire insieme come comunità casertana al comune obiettivo di difendere il territorio, il lavoro e il nostro patrimonio strategico quale è l’allevamento bufalino, mi rivolgo ai responsabili delle organizzazioni professionali regionali e alle realtà sociali impegnate a diverso titolo nella vertenza per risolvere la crisi del comparto bufalino perché vogliano accogliere la proposta di un sereno e costruttivo confronto con l’obiettivo di determinare posizioni unitarie negli interessi del comparto”.
Gli allevatori che in questi mesi hanno animato la protesta ritengono che l’attuale piano di eradicazione, varato a marzo dell’anno scorso, abbia comportato l’aumento delle infezioni e delle aree cluster, ha rafforzato il numero di abbattimenti e innescato nuove chiusure aziendali. Da qui la loro richiesta di un cambio di passo nella gestione dell’emergenza sanitaria, che punta a superare la politica di abbattimenti per sospetta brucellosi, che ha portato in oltre 10 anni ad eliminare circa 100mila bufali, di cui solo l’1,4 percento è risultato effettivamente malato dalle analisi post mortem.
La vicenda brucellosi ha avuto anche ripercussioni nelle associazioni di categoria: la sezione casertana di Confagricoltura è stata commissariata. E diversi addetti ai lavori dicono che il motivo sia connesso alle posizioni non in linea con De Luca di chi la guidava in precedenza. Recentemente, 19 delle 22 aziende associate a Copagri Caserta hanno preso le distanze dal piano, inviando una dura lettera ai vertici regionali e al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
Noviello tra gli indagati per il blocco stradale
Hanno occupato la strada e usato 40 trattori per ostacolare la circolazione: è la presunta condotta illecita che la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha contestato a 15 allevatori e ad un sindacalista. La loro ‘colpa’ è stata quella d partecipare alla protesta andata in scena il primo giugno: teatro della manifestazione fu lo svincolo per Cancello Arnone, al chilometro 23 della strada statale 7 quater (Domiziana). Si trattava, però, ha chiarito l’accusa, di un evento non autorizzato. Ma chi è che ora rischia un eventuale processo per aver preso parte alla protesta tesa a scuotere la politica regionale, con la speranza, al momento rivelatasi vana, di indurla a modificare il piano per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi dagli allevamenti bufalini? Tra loro figurano due dei principali volti del movimento che, ormai da mesi, è attivo per gridare le criticità patite dal settore bufalino: sono il sindacalista Gianni Fabris, guida del Coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino, e Adriano Noviello (nella foto) 36enne di Casal di Principe, presidente dell’associazione Tutela bufala mediterranea, entrambi difesi dall’avvocato Cipriano Di Tella. Con loro sono coinvolti pure gli allevatori Marco Autieri, 60enne di Castelvolturno, Domenico Belformato, 57enne di Cancello Arnone, Antonio Rosario Borrata, 43enne di Casal di Principe, Paolo Carlino, 45enne, Pasquale D’Agostino, 48enne, entrambi di Grazzanise, Vittorio Di Vuolo, 53enne, Attilio Galeone, 39enne, entrambi di Cancello Arnone, Enrico Migliaccio, 44enne di Napoli, Arturo Noviello, 70enne di Castelvolturno, i grazzanisani Giacomo Parente, 52enne, e Sebastiano Raimondo, 38enne, Antonio Schiavone, 69enne di Casale, Antonio Verazzo, 40enne di Casal di Principe, e Antonio Zara, 51enne di Casapesenna. L’inchiesta che ha coinvolto i 16 è stata condotta dal pubblico ministero Nicola Camerlingo. Nelle scorse ore sono stati notificati i primi avvisi agli indagati con cui è stata comunicato loro la chiusura delle indagini preliminari (non tutti hanno ancora ricevuto l’atto), elemento che lascia presupporre l’imminente e possibile (non certa) richiesta di rinvio a giudizio che avanzerà nei loro confronti il sostituto procuratore.
Fabbris pronto al confronto: “Non si tratta di sigle e bandiere, in ballo il futuro del comparto”
A rispondere subito presente all’invito del sindaco Renato Natale è stato il Coordinamento unitario degli allevatori, rappresentato da Gianni Fabbris (nella foto): “Noi ci saremo”, ha fatto sapere il sindacalista che, rivolgendosi alle organizzazioni professionali che compongono il ‘Tavolo Verde’ organizzato dalla Regione, le ha esortate “a raccogliere le istanze di unità che emergono dal mondo degli allevatori, dando alle istituzioni responsabili di governo, sia regionali che nazionali, il segnale di compattezza di un territorio che non può più sopportare ritardi nelle risposte alle istanze ormai ampiamente condivise”.
Fabbris si è rivolto, allo stesso tempo, a tutti gli allevatori iscritti a qualsiasi sindacato o associazione: “Qui non si tratta di sigle e di bandierine. Qui – ha chiarito – è in gioco il futuro di un intero comparto, il destino di una parte considerevole dell’economia e delle imprese del casertano, ed è necessario uno sforzo di unità per intraprendere insieme la strada delle soluzioni. Dopo molti mesi di contrapposizioni, siamo tutti chiamati a dimostrare il senso di responsabilità che il comparto merita. Noi siamo pronti, sollecitiamo tutte le organizzazioni a essere presenti e invitiamo tutti gli allevatori del Casertano a partecipare, rendendoci fin da ora disponibili a costruire un fronte comune di iniziative, abbandonando polemiche e giochi di ruolo. La lettera con cui il sindaco Natale accompagna il suo invito, firmata dagli allevatori e indirizzata alle organizzazioni professionali alle quali essi stessi sono iscritti – ha concluso Fabbris – è un chiaro esempio della maturità e delle posizioni ampiamente presenti fra gli allevatori del Casertano, alle quali siamo tutti obbligati a rispondere con altrettanto senso di unità”.
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