ROMA – “Il Fiscal Compact è andato in soffitta, assieme alla credibilità delle regole comunitarie sulle finanze pubbliche e della Commissione Europea. Il non rispetto sistematico da parte degli Stati Membri, Italia tra i primi, delle regole di bilancio, a partire dal pareggio di bilancio strutturale e del principio del “close-to-balance” e della regola dell’1/20 nella riduzione del debito pubblico negli ultimi anni, è un evidente segnale di come i trattati europei sui quali la finanza europea è fondata e le stesse regole previste non siano né rigide né vincolanti. Ogni Stato le applica come vuole e la Commissione, che dovrebbe essere un arbitro imparziale, le fa applicare senza sconti ai nemici, salvo interpretarle e disapplicarle per gli amici. Così facendo non le ha rese credibili. La miglior dimostrazione l’abbiamo avuta proprio nel caso italiano. Due manovre identiche, quella dello scorso anno del Governo gialloverde e quella di quest’anno del Governo giallorosso. Stessi saldi, stessa composizione, stessi effetti sull’economia (nulli). Eppure, l’anno scorso la Commissione ha deciso di aprire una procedura d’infrazione contro il nostro Paese mentre quest’anno no. Il motivo? L’ha dato lo stesso commissario europeo Pierre Moscovici in un suo commento ufficiale: “il clima è cambiato, con i miei amici Roberto Gualtieri e Paolo Gentiloni c’è intesa e rispetto, non ci sono i motivi per bocciare la manovra”. Che l’amicizia personale possa affossare il rispetto delle regole è una novità per l’Europa. A questo punto, meglio sarebbe allora sedersi attorno ad un tavolo e ridiscutere l’intero framework normativo delle finanze pubbliche europee. Altrimenti, ci penseranno i mercati a punire chi non adotta politiche economiche virtuose”. Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia. (LaPresse)