Bufera su Prada per ‘pupazzi razzisti’ a New York: si scusa e li ritira

L'azienda di lusso porge le scuse per il caso "blackface"

Sfilata di Prada (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

New York (LaPresse/AFP) – Prada si scusa dopo la bufera di accuse di razzismo che l’ha travolta sui social network per una serie di accessori a forma di scimmie, condannati per la somiglianza al ‘blackface’. Ovvero la modalità di trucco teatrale usata nell’Ottocento dai bianchi per interpretare i neri. Con stereotipi come occhi spalancati e labbra molto carnose. Il gruppo italiano del lusso ha annunciato il ritiro dal mercato dei prodotti controversi. E anche che si doterà di un “consiglio consultivo” interno su diversità e razzismo. “Vorremmo esprimere il nostro profondo rammarico e le nostre scuse sincere per i prodotti Pradamalia che hanno scioccato. Sono stati ritirati dal mercato e non saranno venduti”, ha annunciato domenica il brand di moda su Twitter. “Impareremo da questo e faremo meglio”, ha aggiunto.

A scatenare le critiche sono stati alcuni accessori della serie ‘Pradamalia’. Esposti nella vetrina del negozio Prada nel quartiere newyorkese di SoHo. Si tratta di portachiavi, cover per i cellulari e magliette che sono stati accusati di essere caricature ‘blackface’. Il ‘blackface’ risale al 1830 circa. Cioè ai cosiddetti ‘minstrel shows’ in cui negli Stati Uniti degli attori si dipingevano il volto di nero con cerone o lucido da scarpe per interpretare in modo stereotipato gli afroamericani. A denunciare per prima la vetrina è stata un’avvocatessa. Che in un post sul suo account Facebook giovedì sera ha pubblicato diverse foto degli oggetti in questione definendoli razzisti. Inizialmente Prada si è difesa affermando che si trattava “di creature immaginarie senza riferimenti intenzionali al mondo reale e sicuramente non al ‘blackface'”, annunciando il ritiro dalla vendita.

L’azienda di lusso porge le scuse per il caso “blackface”

Successivamente, dopo che la controversia è gonfiata sui social network. Con appelli al boicottaggio della marca, la società ha diffuso una nuova comunicazione: “La somiglianza dei nostri prodotti al ‘blackface’ non era assolutamente intenzionale. Ma riconosciamo che questo non giustifica i danni causati. Ci impegniamo a migliorare la nostra formazione sulla diversità. E formeremo immediatamente un consiglio consultivo per guidare i nostri sforzi in materia di diversità, inclusione e cultura”. Prada si è anche impegnata a “esaminare le procedure che hanno portato all’arrivo sul mercato di questi prodotti”, E a “donare quanto ricavato finora dalla vendita di questi prodotti a un’organizzazione newyorkese che lotta per la giustizia razziale, un valore in cui crediamo fermamente”.

In un contesto statunitense di ascesa dell’estrema destra e di diverse violenze della polizia contro i neri, ogni riferimento al ‘blackface’ riaccende tensioni. A ottobre, per esempio, la presentatrice Megyn Kelly di Nbc aveva perso la sua trasmissione dopo avere detto che non vedeva nulla di male nel fatto di mascherarsi con il ‘blackface’ per Halloween. Prada non è la prima società coinvolta in polemiche legate al razzismo. Il mese scorso Dolce&Gabbana era stata costretta a scusarsi con i clienti cinesi dopo avere pubblicato su Instagram delle clip, accusate di essere offensive e razziste, in cui una donna mangiava pizza, spaghetti e cannoli con le bacchette.

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