Bufera sull’audio di Casalino: Conte e il M5S lo difendono

AFP / Alberto Pizzoli in foto Rocco Casalino

Milano – Una “megavendetta” contro il Mef. E’ la soluzione finale di Rocco Casalino: se all’ultimo non usciranno i soldi per il reddito di cittadinanza. Il portavoce del presidente del Consiglio dei ministri promette che “tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori” i dirigenti del Ministero dell’Economia.

Quasi 120 secondi di messaggio vocale, registrato su WhatsApp 

Il messaggio, fatto circolare di straforo, rende palesi i rumors che si susseguono da mesi: rapporti sempre più tesi, al limite delle minacce, tra i 5 Stelle di governo e i funzionari del ministero guidato da Giovanni Tria, accusati di ostacolare il lavoro dell’esecutivo.

Le parti in gioco hanno rispettato il proprio ruolo, con le opposizioni all’attacco 

La Lega che tenta di prenderne le distanze ricordando, per voce del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che Casalino non ha il potere di cacciare nessuno.

Come da copione, i 5 Stelle prendono le difese del portavoce

Casalino sembra decisamente nell’occhio del ciclone dopo la bufera nata sul suo compenso, puntando il dito contro i giornalisti e confermando le accuse: “Siamo assolutamente convinti che nei ministeri c’è chi ci rema pesantemente contro“.

Dal premier Conte, rinnovata piena fiducia

Nel gioco delle parti, il premier Giuseppe Conte non è da meno, rifiutandosi di entrare nel merito delle parole del proprio portavoce, bollate come mero “audio privato”, e rinnovandogli la sua piena fiducia.

“Nessun proposito concreto”

È poi Casalino stesso, dopo ore, a difendersi accusando una violazione della riservatezza e ribadendo che si trattava di libere esternazioni.

Reddito di cittadinanza, argomento di scontro nella maggioranza di governo 

Nell’ambito della manovra economica, il Movimento 5 Stelle è intenzionato a inserirlo ad ogni costo, pena la perdita della faccia di fronte al proprio elettorato, e il ministro Tria che frena, benché sollecitato dal vicepremier Luigi Di Maio a “trovare i soldi”.

Casalino è proprio alla struttura del Mef a cui si riferisce

Ormai abbiamo capito che Tria c’entra relativamente – dice nell’audio – ma ci sono al ministero una serie di persone che stanno lì da decenni e che proteggono il solito sistema. Non è accettabile che non si trovano dieci miliardi del c…“.

Il ministero precisa che la scelta di attribuire risorse spetta alla politica

Tirato in ballo, il ministero si sente in dovere di precisare che la scelta di attribuire risorse a determinate voci di bilancio non spetta alle strutture tecniche ma bensì alla politica.

I tecnici possono valutare costi, benefici e coperture delle varie proposte 

Ma le decisioni “sulla scelta delle soluzioni competono alla politica“. E lo stesso Tria rinnova la sua piena fiducia ai dirigenti e alle strutture tecniche del Mef.

Maggioranza si appresta a un autunno più che tiepido

Dopo Genova, cantieri e grandi opere, con la manovra diventata campo di battaglia,  ancora a mille prove di equilibrismo di Conte.

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