Caivano, chiuse le piazze di spaccio del clan Angelino-Gallo

CAIVANO – Decapitato il clan Angelino-Gallo, organizzazione criminale egemone sul territorio di Caivano, nello specificio, nel Parco Verde, una delle aree più a rischio dell’hinterland partenopeo, coinvolto in una massiccia opera di bonifica da parte dello Stato. Nel blitz portato a termine ieri mattina, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, guidati dal maggiore Andrea Coratza e dal tenente colonnello Paolo Leoncini hanno eseguito un’ordinanza di cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli, Vittoria De Luca, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 50 indagati (di cui 49 sottoposti alla custodia in carcere e uno agli arresti domiciliari) gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti nonché di detenzione a fine di spaccio di droga, delitti aggravati dalla finalità di agevolare il clan Angelino-Gallo, messo definitivamente al tappeto con gli arresti effettuati ieri. In particolare, gli indagati si sarebbero occupati a vario titolo dell’approvvigionamento all’ingrosso di vari tipi di droga ed avrebbe fissato i tempi, i luoghi, le modalità di trasporto, custodia e vendita degli stupefacenti per il rifornimento, in via quasi esclusiva, delle singole piazze di spaccio di Caivano e del Parco Verde. Sarebbe così ricostruito il funzionamento di oltre 25 diverse piazze di spaccio, i cui capi sarebbero stati autorizzati a svolgere le proprie illecite attività con obbligo di rifornirsi dal sodalizio criminale, che avrebbe imposto i prezzi di ogni tipo di sostanza da commerciare. Secondo le accuse, i clienti potevano trovare facilmente dosi di in cocaina, eroina, fumo, crack e marijuana. Il giro d’affari ricostruito ammonterebbe a circa 500mila euro mensili.
Gli indagati sono di Caivano, Napoli, Acerra, Caserta, Maddaloni, Marcianise e Aversa a conferma delle ingenti quantità di sostanze stupefacenti che negli ultimi anni circolavano sotto il controllo della camorra, tra l’hinterland partenopei e Terra di Lavoro. L’attività di indagine si inserisce in un quadro investigativo più ampio che, nel corso dell’ultimo anno, ha già portato a numerosi arresti nel comune di Caivano dopo la visita del premier Giorgia Meloni nell’agosto del 2023. In quella occasione promise, a margine del viaggio organizzato per dimostrare vicinanza a don Maurizio Patriciello e ai cittadini di Caivano dopo che venne alla luce il caso delle due cuginette di 10 e 12 anni stuprate dal branco, di combattere il degrado con azioni concrete. Lo Stato ha mantenuto la parola.

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