CAIVANO – “Dove il babà è una cosa seria”. Un’insegna che per anni ha rappresentato una garanzia di qualità per gli avventori di un noto bar pasticceria nel cuore di Caivano. Una promessa di tradizione e bontà che si è infranta ieri, 12 dicembre 2025, quando i Carabinieri della locale stazione, coadiuvati dai medici dell’Asl Napoli 2 Nord, hanno sollevato il velo su una realtà sconcertante, fatta di illegalità, degrado e grave pericolo per la salute pubblica. Al termine di un meticoloso controllo, il titolare, un uomo di 41 anni, è stato arrestato, mentre l’attività commerciale è stata sospesa e il laboratorio artigianale posto sotto sequestro.
Il primo campanello d’allarme è suonato con l’intervento del personale Enel, chiamato a verificare i consumi anomali dell’esercizio. L’accertamento ha svelato un’imponente frode energetica: un allaccio abusivo diretto alla rete pubblica, abilmente occultato, permetteva di alimentare l’intero complesso commerciale. Dalle luci scintillanti del bar ai potenti macchinari del laboratorio, passando per le indispensabili celle frigorifere, tutto funzionava a spese della collettività. Un furto sistematico e continuato nel tempo, il cui danno è stato stimato in ben 100.000 euro. Un fiume di energia rubata per sostenere un’attività che, come si sarebbe scoperto di lì a poco, nascondeva segreti ben più gravi.
La vera discesa nell’orrore, però, è avvenuta all’interno del laboratorio di pasticceria, ricavato in locali adiacenti al bar. Quello che si è presentato davanti agli occhi dei militari e degli ispettori sanitari è stato uno scenario da incubo, un vero e proprio attentato all’igiene. Pavimenti e pareti incrostati di sporcizia vecchia di chissà quanto tempo, macchinari fatiscenti e arrugginiti, attrezzature mai sanificate. I contenitori destinati ad accogliere i babà, vanto e simbolo del locale, erano unti e sporchi. Ingredienti come creme, amarene e preparati per dolci erano conservati in condizioni pessime, in secchi aperti e in ambienti non idonei, esposti a contaminazioni di ogni genere.
L’ispezione, definita “per duri di stomaco” dagli stessi operanti, ha portato al sequestro immediato di ben 300 chilogrammi di alimenti, tra materie prime e prodotti finiti, giudicati in pessimo stato di conservazione e potenzialmente dannosi per la salute dei consumatori. Un quantitativo enorme che dà la misura della produzione del laboratorio e del rischio corso da centinaia di clienti ignari. A completare il quadro di totale illegalità, la scoperta che l’intero laboratorio era abusivo. Esisteva solo un contratto d’affitto per i locali, ma nessuna autorizzazione sanitaria, nessuna licenza, nessuna iscrizione alla camera di commercio. Un’attività fantasma che operava nell’ombra, sfornando dolci in spregio a ogni norma.
Per il titolare 41enne sono scattate immediatamente le manette con l’accusa di furto aggravato di energia elettrica e gravi violazioni in materia sanitaria. L’autorità giudiziaria ha disposto la sospensione immediata della licenza del bar e il sequestro penale del laboratorio. L’insegna “Dove il babà è una cosa seria” resta ora come un beffardo monito, simbolo di una fiducia tradita nel modo peggiore.






















