Caivano, l’attivista anticlan: “Vittorio De Luca mi puntò un cacciavite alla gola, lo denunciai”

Il fondatore dell'associazione "Un'infanzia da vivere" parla di una aggressione ai suoi danni da parte del suocero del boss che si è avvicinato a don Maurizio Patriciello con un coltello da cucina.

Vittorio De Luca, Bruno Mazza e don Maurizio Patriciello

Cosa succede a Caivano? Lo Stato ha vinto la battaglia con i clan? “Non ancora. Bisogna eliminare prima il degrado e garantire la formazione ai giovani. Non basta chiudere le piazze di spaccio. Le spostano altrove. Il degrado alimenta la sensazione di abbandono nei cittadini. Serve coinvolgere la parte sana del Parco Verde. Il 90 per cento dei residenti”. Parla Bruno Mazza, fondatore dell’associazione ‘Un’infanzia da Vivere’. Una vita a combattere il degrado e la criminalità. Domenica sera don Maurizio Patriciello è stato avvicinato da un 74enne, che aveva un coltello nascosto nei pantaloncini. Gli agenti della scorta se ne sono accorti e Vittorio De Luca è stato denunciato per possesso abusivo di arma bianca. E’ il suocero del boss Domenico Ciccarelli, oggi detenuto. Eppure qui è venuto il presidente del Consiglio a garantire legalità poche settimane fa. “C’è un miglioramento ed è importante – racconta Mazza al telefono – purtroppo ci sono sacche di resistenza di alcune famiglie, che qui pressano contro chi sta facendo del bene al Parco Verde. Carabinieri e Finanza lavorano a pieno regime per chiudere le piazze di spaccio. Sono state chiuse le ultime quattro piazze di droga”. Cosa pensa di quanto accaduto al parroco anticamorra? “Guardi, Vittorio De Luca l’ho denunciato sette mesi fa. Era appena arrivata Giorgia Meloni. Al Parco Verde in quel periodo c’erano controlli sugli allacci abusivi per l’energia elettrica. I carabinieri trovarono due spine su un palo della luce, due allacci abusivi in viale Margherita. Staccarono tutti gli allacci. E la mattina stessa Vittorio De Luca venne da me nell’associazione e mi puntò un cacciavite alla gola. Disse che fosse tutta colpa mia. Me ne accorsi giusto in tempo. E lo bloccai con le mani. C’erano le immagini della videosorveglianza nella nostra associazione. Per fortuna. Ma c’erano pure i carabinieri all’angolo, che intervennero subito e lo portarono in caserma. Sequestrarono il cacciavite.
Io l’ho denunciato per questo episodio. Faccio parte del Comitato di Liberazione dalla Camorra. Sono stato il primo a denunciarli e ora sono un problema per queste famiglie. Lo stesso è successo per don Maurizio Patriciello. Ma io non ho la scorta. Se uno denuncia, deve essere aiutato. Io negli ultimi anni ho segnalato tante irregolarità. E quando cammino, mi guardo le spalle”. E ancora: “Se lo Stato prenderà possesso di Caivano, allora cambierà davvero il Parco Verde. La gente oggi è stufa. I controlli da quando è venuta Giorgia Meloni si sono affievoliti. Perciò i clan rialzano la testa. Diciamo che non è cambiato nulla, se non il fatto che sono state chiuse quattro piazze di spaccio. Non basta.
Ci sono tantissimi problemi da risolvere e serve ascoltare la comunità.
Ci sono tante persone che si fermano alla quinta elementare. Non si fa la raccolta differenziata. E siamo pieni di spazzatura. E’ un problema anche culturale. Serve creare bellezza. E don Patriciello lo sta facendo. Ma serve l’aiuto di tutte le istituzioni”.

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