MILANO – “Questa tappa al Real concluderà la mia carriera. Dopo i Blancos, smetto”. A dirlo, in un’intervista al Messaggero, è Carlo Ancelotti, dopo aver vinto proprio con il Real la Supercoppa europea, quarto titolo solo quest’anno, che porta il suo bottino a 23 trofei. “Posso dirlo? Non mi appassionano questi conteggi. Lo farò a fine carriera, quando avrà un senso tracciare un bilancio del proprio lavoro. Ora sono sul pezzo: allenamento, preparazione delle partite, riunioni con lo staff, appunti e riflessioni. Mi piace l’impegno quotidiano”, dice Ancelotti, che spiega: “Il Real è il top del calcio. Ha un senso mettere la parola fine dopo questa esperienza”.
“Se parliamo di trofei – aggiunge il tecnico – le due squadre alle quali sono più legato sono il Real e il Milan. Se entriamo nello specifico di questo Real, siamo a livelli molto alti, non solo sul piano tecnico. Questa è una squadra seria, con giocatori umili: anche le star hanno i piedi a terra. Il gruppo è sano, gestito bene dai più esperti: Modric, Casemiro, Benzema. La qualità è indiscutibile: elevatissima. Da sola però non basterebbe a garantire risultati e trofei: è fondamentale la componente umana. E questo Real è davvero un unicum”. Sulla serie A, Ancelotti sottolinea che ci sono “le solite tre in pole position, magari con equilibri diversi. Il Milan ha preso un talento interessante come De Ketelaere e prosegue sulla linea tracciata da Maldini, ovvero i giovani: Tonali e Leao sono state grandi intuizioni. L’Inter ha il motore potente ed è tornato Lukaku. La Juventus sta ancora lavorando sul mercato, ma già l’arrivo di Di Maria è un’operazione intelligente: campione integro, di qualità e di esperienza. Occhio poi alla Roma. Si è rinforzata molto. Dybala, Wijnaldum e Matic sono colpi importanti. Spinazzola e Zaniolo sono usciti dall’ombra degli infortuni. La Roma può giocarsela con le altre, sebbene con i nuovi acquisti ci siano sempre le incognite legate ai tempi dell’inserimento”.
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