Roma, 16 lug. (LaPresse) – Sanzione da oltre 3 milioni di euro alla Figc per ingiustificate restrizioni all’accesso ad alcune qualifiche professionali. Lo rende noto l’Antitrust in un comunicato: “Con provvedimento del 27 giugno 2018 l’Autorità ha sanzionato la Figc per oltre tre milioni di euro, per la violazione dell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Derivante dalla previsione di restrizioni all’accesso al mercato dei servizi professionali offerti da alcune specifiche figure di supporto alle squadre di calcio. In particolare: i direttori sportivi e i collaboratori della gestione sportiva, che curano gli assetti organizzativi delle squadre di calcio in ambito, rispettivamente, professionistico e dilettantistico. Gli osservatori calcistici, che svolgono attività di scouting, e i match analyst, che effettuano l’analisi statistica dei dati prestazionali di singoli calciatori e squadre”.
viene spiegato
“Il procedimento è stato avviato su segnalazione e ha accertato la natura anticoncorrenziale di quanto previsto da alcuni Regolamenti federali e dai relativi bandi di ammissione ai corsi di formazione in relazione alle figure professionali sopra richiamate, a partire almeno dal 2010”. In particolare, spiega l’Antitrust, la Figc “ha stabilito un numero massimo di soggetti ammessi a partecipare ai corsi di abilitazione. Unitamente a requisiti di residenza e/o cittadinanza. Poiché oltre a riservare le anzidette attività ai soggetti iscritti in appositi elenchi federali, la cui iscrizione obbligatoria è condizionata alla frequenza e al superamento dei predetti percorsi di formazione, offerti in via esclusiva dalla Figc”. “L’Autorità, ad esito del procedimento ha rilevato l’assenza di giustificazioni oggettive sottese alle restrizioni introdotte dalla Figc relativamente all’accesso alle specifiche figure professionali in esame. Peraltro non imposte dalle federazioni internazionali di riferimento (Fifa e Uefa), né contemplate in altri ordinamenti nazionali. Pertanto, in assenza di qualsiasi copertura normativa. In un contesto normativo di liberalizzazione delle attività economiche, l’Autorità ha ritenuto che le restrizioni accertate costituissero un’infrazione grave dell’art. 101 del TFUE.