Bologna, 14 apr. (LaPresse) – E’ morto all’età di 88 anni Cesarino Cervellati, storica bandiera del Bologna con cui ha collezionato complessivamente 320 presenze in carriera, “quindicesimo all-time per partite giocate, una vita intera spesa con questi colori, gli unici che ha conosciuto, da giocatore e anche da allenatore, eccetto una breve parentesi da tecnico del Cesena”, il ricordo del club emiliano. Nativo di Baricella e acquistato 16enne da Dall’Ara, debuttò a 18 anni contro la Lazio. “Aveva il tocco dell’artista, vedeva il gioco e lo concludeva – sottolinea la società rossoblù ricordandone la carriera – Brevilinea ala destra che nel Bologna fece veramente sfracelli, in un ruolo che prima era di Biavati e dopo fu di Perani, Cesarino sfrecciava sulla fascia ed era una delizia per gli occhi dei tifosi, duettando con l’uruguayano Garcia. Realizzò 88 gol nei suoi 14 campionati bolognesi, 11° marcatore di tutti i tempi. Collezionò anche 6 meritatissime presenze con la Nazionale italiana, fra il 1951 e il 1956”.
“Chiusa a 31 anni la carriera da calciatore, il Presidente pregò Bernardini di prenderlo come assistente, e Cervellati diventò così il fido secondo di Fuffo – che sostituì in panchina nelle convulse settimane del ’63-’64 quando il tecnico romano era squalificato per il caso doping -, di Carniglia, Viani, Pugliese e Pesaola. Negli anni ’70, a testimonianza che il Bologna era la sua vera vita, con enorme senso del dovere condusse ripetutamente la squadra a una serie di salvezze difficoltose, tappando regolarmente le falle quando la barca minacciava di affondare e poi rientrando sempre con discrezione a sovraintendere le squadre giovanili – si legge ancora nella nota – Ad esempio, al posto di Giagnoni nel finale di stagione ’76-’77 centrò una salvezza miracolosa. Idem nel ’79, dopo le gestioni Pesaola e Perani. Venne chiamato un’ultima volta, e ovviamente non si tirò indietro, nel marzo ’83, ma a quel punto la missione era veramente impossibile e in un ambiente fuori controllo a Cesarino toccò l’ignominia di accompagnare il suo Bologna nella prima caduta in C1. E finalmente disse basta. Tutto il Bologna Fc 1909 partecipa al dolore della famiglia e piange commosso la scomparsa di Cesarino, il piccoletto che nascondeva la palla ai più grandi, l’eterno innamorato – corrisposto – del rossoblù, l’uomo della provvidenza che nelle difficoltà diceva sempre ‘io ci sono'”.