Calcio, Gasperini: “5 anni alla Juve? Troppi. Futuro? Se non mi mandano via”

"Io alla Juve? No, un quinquennale è troppo lungo". Lo ha detto Gian Piero Gasperini intervenuto ai microfoni di Radio Deejay, a proposito delle voci di un suo possibile approdo alla Juventus. Sul percorso di Pirlo, Gasp ha detto: "Penso che la società nei confronti dell'ex giocatore e della persona abbia una fiducia smisurata.

Foto Paola Garbuio/LaPresse

MILANO– “Io alla Juve? No, un quinquennale è troppo lungo”. Lo ha detto Gian Piero Gasperini intervenuto ai microfoni di Radio Deejay, a proposito delle voci di un suo possibile approdo alla Juventus. Sul percorso di Pirlo, Gasp ha detto: “Penso che la società nei confronti dell’ex giocatore e della persona abbia una fiducia smisurata. Magari hanno l’idea che possa diventare un grande allenatore. Il fatto di conoscere aiuta, ma l’allenatore è tutto un altro mestiere, ti devi formare. Lo puoi fare in tanti modi, magari partendo dalla Juventus”. Alla domanda se resto all’Atalanta, Gasperini ha dichiarato: “Se non mi cacciano, vediamo. Dieci partite sono tante”. L’allenatore nerazzurro è quindi tornato sull’addio del Papu Gomez. “Non ho mandato io via Gomez. Sarò sempre grato per tutto quello che abbiamo fatto in questi anni”, ha dichiarato Gasperini. Sul modo di giocare della sua squadra, Gasperini ha detto: “L’Atalanta ha la sua identità e gioca sui suoi ritmi, ma in Italia non ci siamo solo noi. Forse ci danno fastidio le interruzioni. Ci piace quando ci lasciano giocare, le interruzioni ci danno fastidio”. Quindi è tornato sull’eliminazione col Real Madrid in Champions League. “L’obiettivo era restare in partita almeno nel primo tempo e poi rischiare un po’ di più, era comunque difficile. Ci stavamo riuscendo bene. Dire che l’Atalanta fosse favorita era un po’ troppo. Il Real Madrid delle ultime partite – ha ammesso – lasciava un po’ a desiderare, ma poi quando sono arrivati i momenti decisivi e’ cambiato tutto”. Infine sul rammarico per la finale di Coppa Italia persa contro la Lazio, ha detto: “Il fallo di mano di Bastos? No, era involontario. Era un muro a pallavolo. Se mi ha fatto incavolare? Sì, era l’unico caso certo che fosse fallo di mano. No, non ce l’ho con la Lazio, non è che se non ci hanno dato il rigore è colpa della Lazio”.

LaPresse

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