“Queste due fattispecie hanno un minimo comun denominatore, che è una mia denuncia. Quindi è la dimostrazione che la federazione, così come ha evidenziato alcune criticità nell’episodio Juventus, ha fatto lo stesso in tempi non sospetti a luglio nel caso del procuratore D’Onofrio, che era stato già deferito quando è venuto fuori tutto”. Lo ha detto Gabriele Gravina, presidente Figc, a margine di un convegno a Napoli. “La Federazione non fa sconti – ha aggiunto – la Federazione è sicuramente per un principio di garanzia per tutti, ma c’è un momento in cui il calcio ha l’esigenza di accumulare tutte le negatività e di scaricarle. Credo che in questi 4 anni ci siano tanti elementi di valutazione che fanno capire il nostro modo di essere e di agire. Quindi sottolineo: garantisti sì, siamo per un sistema di tutela, ma il mondo del calcio ha una grande capacità, grazie a quella passione, al contributo dei volontari, all’entusiasmo dei suoi tifosi sviluppa e matura degli anticorpi e reagisce anche ad attacchi così violenti come quelli che il calcio sta subendo in questo momento”. Poi incalza: “Ne usciremo come sempre, ma ne usciremo a una sola condizione: con la capacità di essere coerenti nell’applicare e nel pretendere rispetto delle regole e soprattutto nel punire, se bisognerà punire, ma nell’assolvere se nel caso di assolvere”.
LaPresse