ROMA – Gli asini non volano più. Quando i ‘mussi’ impararono a volteggiare per l’aria venti anni fa, il miracolo Chievo era già molto più di una favola del nuovo Millennio. Più che una filastrocca che all’alba del Duemila la sua tifoseria amava ripetere con striscioni e slogan, è stata per oltre un decennio una splendida realtà che stupì il calcio italiano arrivando anche a disputare un turno preliminare di Champions League dopo essere arrivata quarta nella massima serie nella stagione 2005-2006. Ora il sogno è svanito, le ali spezzate e il baratro aperto. Il consiglio della Figc ha confermato la bocciatura del Covisoc e ufficializzato l’esclusione del Chievo dalla serie B. La questione con l’Agenzia delle Entrate non sarebbe stata sistemata con i giusti criteri e le necessarie modalità. Da qui la mancata ammissione.
Il Chievo ha cercato di dimostrare che l’accordo con l’ente era stato raggiunto prima della scadenza del 28 giugno (termine perentorio), senza però ricevere la documentazione. La società veneta aveva già in atto una rateizzazione del debito ma non avrebbe pagato alcune rate. Ha rimediato negli ultimi giorni ma avrebbe dovuto ripristinare l’accordo. Dunque, stop e niente ammissione. Ora la società cercherà di giocare i tempi ‘supplementari’ di questa lunga, sofferta partita economica provando a fare valere le proprie ragioni al Collegio di Garanzia del Coni. Si tratta del terzo e ultimo passaggio: in caso di mancata vittoria c’è il rischio di uscire di scena. Oltre al Chievo, il Consiglio federale ha bocciato anche il ricorso degli altri cinque club di serie C, Casertana, Novara, Carpi, Paganese e Sambenedettese. Per le riammissioni e i ripescaggi per il completamento dell’organico in Serie B e in Lega Pro resta valido il termine già precedentemente fissato al 19 luglio.
Dopo il ritorno in A nel 2008 al Chievo si sono alternati vari allenatori, da Di Carlo a Pioli, da Corini a Maran. Il 2019 si chiude con una seconda retrocessione in B dopo 11 stagioni consecutive in serie A costellate anche si successi, come quello nel derby contro il Verona. Tempi andati, quanto mai lontani dal poter essere replicati. “I ricorsi non sono stati accolti. Ora ci sono 48 ore di tempo per fare ulteriore ricorso al Collegio di Garanzia, c’è ancora una partita aperta per quanto riguarda la valutazione degli organi di giustizia. Avevamo allontanato il rischio di perdere squadre iscritte e oggi perdiamo anche una squadra di B. Sono segnali allarmanti che richiamano comunque un intervento”, ha sottolineato Gabriele Gravina, presidente della Figc, al termine del Consiglio federale. Ancora un ‘tempo’ dunque per i ‘mussi’ del quartiere periferico di Verona ubicato sulla riva dell’Adige. Quanto basta per provare a riprendere a volare.
di Luca Masotto