NAPOLI – Questa è la storia di un ragazzo allevato calcisticamente nelle due città calcisticamente più importanti della Spagna, Barcellona e Madrid, ma col cuore e con una parte del suo sangue, napoletano. Anzi, azzurro Napoli, la squadra del cuore di Pau Russo Aran, 16 anni, nato il 4 marzo 2002 a Tarragona, in Spagna, da padre napoletano e mamma catalana. Un ‘bacillo’, quello del tifo per Insigne & co, che gli viene trasmesso dal papà, tifosissimo del Napoli, che non ha mai nascosto il suo sogno di vedere il figlio minore (il fratello maggiore, Andreu, anche lui ‘malato’ di calcio, ha iniziato a giocare ma con meno successo di Pau) con addosso la maglia azzurra e magari, perchè no, anche quella dell’Italia.
Un predestinato, Pau, sin da bambino, dotato di doppio passaporto, spagnolo e italiano. Centrocampista offensivo, il suo nome finisce sui giornali spagnoli quando comincia a
sfornare assist e gol col suo destro di velluto prima nell’Uniò Cambrils (2008-2012), la squadra della cittadina in cui vive, poi nel Barri Santes Creus (2012-2013) e infine Deportiu Reus (2013-2014).
LA SVOLTA A 12 anni, nel 2014, Pau viene notato dall’Espanyol che lo mette sotto contratto. E’ un vero e proprio colpo di mercato: la squadra in cui è cresciuto Jose Callejon, lo soffia ai ‘cugini ricchi’ del Barcellona, che proprio nell’estate del 2014 lo sottopongono ad alcuni provini, salvo poi non tesserarlo. Nell’Espanyol, Pau compie il salto di qualità. A Sant Adrià de Besòs, il quartiere generale della cantera biancazzurra, il ragazzo alterna la scuola ai tre allenamenti a settimana con la squadra, e diventa presto un leader nella sua categoria. Gol, assist e visione di gioco abbinati a un fisico da corazziere (178 cm per 67 kg): Pau Russo diventa una stella e nell’estate del 2018, proprio a Tarragona, vesta da protagonista la maglia della Catalogna nel Campionato Spagnolo delle Selezioni Autonome under 16, pur vestendo contemporaneamente anche la maglia della Rojita nella stessa categoria.
IL GRAN RIFIUTO Pau, dunque, è una stellina. E quando nella finale del campionato giovanile, trascina l’Espanyol alla vittoria sul Barcellona, gli azulgrana, che non si sono mai perdonato di non averlo acquistato quando aveva 14 anni, approfittando dei problemi economici dell’Espanyol, si fiondano su di lui. Il piano è acquistare in un solo ‘pacchetto’, non solo Russo ma Andri Gudjohnsen, figlio il figlio di Eidur, ex giocatore islandese che aveva militato in diversi top club europei come Chelsea, Barcellona, Tottenham e Monaco. I dirigenti catalani incontrano il ragazzo, si dicono pronti a pagare la clausola rescissoria fissata dall’Espanyol. A sorpresa, Pau dice no. Dietro, c’è lo zampino del Real Madrid, che fa valere fascino e quattrini. Morale: dallo scorso agosto, Pau Russo e il suo amico Andri Gudjohnsen, che ha a sua volta detto no all’offerta del Barca, sono due giocatori del Real Madrid.
SCUGNIZZO BLANCO Inserito nella formazione Juvenil C, Pau, che gioca con la 10, è diventato subito una star. I video dei suoi gol (clamoroso il poker personale siglato contro il Las Rozas in campionato) sono cliccatissimi su YouTube e il Real Madrid lo ha immediatamente blindato, inserendo una clausola rescissoria da 30 milioni di euro sul suo contratto. La sua vita nella cantera dei blancos è quella del professionista: scuola al mattino, nel pomeriggio fino alle 4 allenamenti, poi a casa e a letto.
Grazie al papà, oltre alla lingua madre spagnola, parla italiano e napoletano. A dirla tutta, forse Pau si sente più spagnolo che italiano, ma il doppio passaporto e l’età, lasciano aperte tutte le strade. E allora forse la Figc farebbe bene a dare un’occhiata a questo ragazzo-prodigio più che inseguire oriundi da ‘inventare’. E forse farebbe bene anche il Napoli a prendere informazioni. Magari solo per provare a realizzare il sogno azzurro di Pau.