Calcio, Italia: solo pari con la Svizzera. Jorginho sbaglia dal dischetto

Foto Alfredo Falcone / LaPresse 12/11/2021 Roma, Italia Italia vs Svizzera Qualificazioni Qatar 2022 Stadio Olimpico di Roma Nella foto: Jorginho

ROMA – Niente notte magica stavolta. Vittima dell’ansia che lo stesso Mancini aveva chiesto di scacciare, l’Italia non supera il muro svizzero, getta al vento un rigore all’88’ con Jorginho (al suo terzo errore in azzurro) ed esce dall’Olimpico con un pareggio per 1-1 sofferto e pieno di paure che lascia ancora in bilico il passaggio diretto ai Mondiali in Qatar.

Serviva vincere per fare un passo pesante verso la qualificazione diretta ma i fantasmi degli spareggi continueranno ad aleggiare fino a lunedì prossimo, quando si giocherà l’ultimo turno. A Belfast servirà vincere e bene, ma potrebbe anche non bastare. Bisognerà infatti tenere d’occhio quanto farà la Svizzera contro la Bulgaria.

La squadra di Mancini avrà due gol due di vantaggio come differenza reti e ci sarà da patire. Come è accaduto all’Olimpico davanti a 50 mila tifosi che hanno rotto l’urlo in gola quando Jorginho, l’uomo dell’Europeo, ha tradito calciando alto all’88’ il rigore che quegli incubi avrebbe invece cacciato. Una vittoria mancata e adesso tutto diventa più difficile e pericoloso soprattutto dal punto di vista mentale.

La squadra di Mancini, sorpresa all’inizio è andata in confusione subendo un gol dopo appena 10′ e lentamente si è rimessa in carreggiata grazie a Di Lorenzo. Nel secondo tempo Mancini le ha provate tutte ma gli attaccanti non hanno inciso, la manovra non è stata efficace e il rigore sbilenco di Jorginho spezzato l’illusione.

Mancini sostituisce l’infortunato Immobile con ‘Gallo’ Belotti. Barella recupera e con Locatelli si schiera ai lati di Jorginho in mediana. In difesa spazio per Acerbi. Il ct elvetico Yakin schiera Vargas a centrocampo mentre in avanti si affida a Okafor mettendo a centrocampo Freuler con Zakaria. Ci si aspetta una Svizzera chiusa e attendista in avvio, invece la squadra ospite si mostra subito intraprendente giocando un pressing alto senza mai buttare via un pallone e sfruttando i palleggi in verticale.

L’Italia, appare quasi sorpresa, fatica a trovare le misure, e all’11 subisce la rete dopo una splendida azione in contropiede. Ripartenza di Okafor, tocco dietro l’accorrente Widmer che di collo esterno la mette sotto la traversa. L’Italia è stordita e aleggiano subito i fantasmi degli spareggi. La squadra di Mancini infatti sbanda e rischia il raddoppio in una manciata di minuti, ancora con Okafor, vera spina nel fianco, e poi con un’incursione dalla destra, con Donnarumma che libera in qualche modo, in collaborazione con Acerbi.

Gli Azzurri arrivano in ritardo sulle seconde palle e le mezzali sono troppo basse per incidere. L’Italia sembra una nave in balia di acque agitate, la Svizzera che trova sempre l’uomo tra le linee, gioca al al contrario in velocità e in piena scioltezza. Quella serenità che aveva infuso il ct ai suoi alla vigilia appare smarrita, contratta e scollegata. Mancini invita alla calma e a non farsi prendere dall’ansia. E lentamente la spinge a risalire la corrente.

Al 21′ prima vera occasione azzurra con Emerson che si libera sulla sinistra, mette al centro, Jorginho scarica di potenza, sul rimpallo la sfera finisce sui piedi di Barella che non ha la freddezza necessaria per superare il portiere che compie un mezzo miracolo. E’ comunque un piccolo segnale di risveglio. Belotti si sposta sul centrodestra, Emerson si fa più intraprendente. Al 24′ ci prova Chiesa che si libera da posizione defilata e calcia a rientrare con Sommer che para in tuffo.

Poi è Donnarumma a salvare in due tempi un tentativo elvetico al 29′. Sono troppi gli errori tecnici degli azzurri e Chiesa appare in non perfette condizioni fisiche continuando a zoppicare. Serve un guizzo per raddrizzare il match e ci pensa al 35′ Di Lorenzo che su un calcio di punizione di Insigne anticipa di testa Sommer e firma l’1-1. Il Var tiene in sospeso l’Olimpico per un paio di minuti prima di convalidare il gol per un sospetto fuorigioco. L’Italia respira. Ma serve di più.

Nella ripresa subito un brivido per gli azzurri per un tocco di mano di Bonucci ma il braccio è attaccato al corpo e dal silent check nessuna segnalazione. L’Italia come nella prima frazione, subisce il palleggio degli elvetici, cerca le imbucate tra le linee ma non riesce a rompere la ragnatela elvetica e a farsi pericolosa. Mancini decide allora per un doppio cambio, fuori Belotti per Berardi e Tonali (che rivede l’azzurro dopo un anno) al posto di Locatelli per dare un senso diverso alla manovra e puntare dunque su uno schema che prevede il ‘falso nueve’.

L’Olimpico si scalda, capisce che per gli azzurri è il momento di spingere e alzare il ritmo. Gli azzurri iniziano ad avere più soluzioni nella costruzione del gioco pur subendo sempre gli articolati fraseggi degli elvetici abili sempre a raddoppiare la marcatura. Berardi ci prova sulla sinistra con un cross morbido che non trova fortuna, poi è Emerson con un it+tiro da fuori che finisce alto sul fondo.

Mancini sostituisce Barella, che aveva una autonomia limitata, con Cristante per dare anche forza fisica a centrocampo. Il forcing degli azzurri si fa acceso, Sommer dopo una deviazione sventa la minaccia. Bisogna però accelerare i ritmi del motore. Mancini si gioca tutte le sue carte, fa uscire Emerson per Calabria e Raspadori per uno stanchissimo Insigne. E’ un assalto a testa bassa. Che viene premiato all’88’ con un penalty per una spinta di Garcia su Berardi.

Dal dischetto va Jorginho nonostante i due errori precedenti (contro l’Inghilterra nella finale dell’Europeo e nella sfida contro la Svizzera). La palla è alta, la favola non si realizza.(LaPresse)

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