MILANO – Un novembre nero così i tifosi della Juventus lo ricorderanno per anni. Dopo l’umiliazione in Champions con il Chelsea, le indagini contro i vertici della società, arriva anche il ko in campionato contro l’Atalanta che di fatto sancisce ufficialmente l’uscita dei bianconeri dalla lotta per il vertice della classifica. Semmai ci fossero mai entrati. Il gol di Zapata nel primo tempo, nato da una sanguinosa palla persa a metà campo, è la fotografia perfetta di una squadra costruita male e che tre allenatori in tre anni non sono riusciti a far sbocciare.
Con questa sconfitta, la Juve scivola anche -7 dal quarto posto che vale la Champions League, occupato proprio dall’Atalanta. Gasperini si toglie la soddisfazione della prima vittoria in casa della Juve da tecnico dei nerazzurri, grazie al nono centro di Zapata in campionato. L’ultima vittoria della Dea in casa bianconera risaliva addirittura al 1989, con un gol di Caniggia.
Nella Juve, Allegri schiera Dybala dal primo minuto al fianco di Morata con Chiesa che si abbassa sulla fascia destra davanti a Cuadrado schierato terzino. A centrocampo McKennie affianca Locatelli, con Rabiot a sinistra. In difesa confermato Alex Sandro a sinistra con Bonucci e de Ligt centrali. Nel riscaldamento problemi per Szczesny a causa di una botta al ginocchio, ma il polacco è regolarmente in campo.
Nell’Atalanta, Gasperini rispetto alla trasferta di Berna schiera Djimsiti in difesa al fianco di Toloi e Demiral, sulla trequarti con Malinovskyi c’è Pessina al posto di Pasalic alle spalle di Zapata. In tribuna da segnalare la presenza di John Elkann, a simboleggiare forse la vicinanza dei vertici della proprietà all’attuale dirigenza della Juventus in un momento così delicato.
Inizia arrembante dell’Atalanta, con la Juve che sembra soffrire il ritmo imposto dai nerazzurri. I bianconeri faticano a ripartire e quando lo fanno, sono lenti e di conseguenza spesso commettono errori banali in fase di costruzione. Dopo un paio di tentativi atalantini, al quarto d’ora si vede la Juve con Dybala che si infila in area e prova a sorprendere di sinistro Musso senza riuscirci. Clamorosa poi l’occasione fallita da Chiesa, rimontato da un super Toloi a tu per tu con Musso. Poco prima della mezzora, però, sull’ennesima palla persa della Juve è Zapata a portare in vantaggio l’Atalanta con un bolide di destro che si insacca sotto la traversa su assist di Djimsiti.
Il Var conferma. La Juve prova a reagire, ma l’unica occasione degna di nota è un sinistro dal limite di Dybala di poco fuori. La prestazione molle dei bianconeri è dimostrata anche dagli zero ammoniti, contro i tre in casa atalantina. Piove sul bagnato in casa Juve, costretta a fare a meno di Chiesa per un infortunio. Al suo posto Allegri manda in campo Bernardeschi. E’ proprio del neo entrato il primo tentativo bianconero, un sinistro dal limite debole e di poco a lato.
In precedenza Atalanta vicina al raddoppio, con Pessina anticipato da De Ligt a centro area su assist di testa di Freuler. La squadra di Gasperini prosegue col proprio pressing a tutto campo, la Juve fatica a trovare spazi. Dopo un’ora, Gasperini toglie Pessina e manda in campo Pasalic. Invitata dai suoi tifosi a tirare fuori gli attributi (un eufemismo, ndr), i bianconeri provano a reagire sfiorando il pari prima con McKennie e poi con Dybala e ancora con Rabiot.
Poco dopo è costretto ad uscire McKennie, anche lui per infortunio, al suo posto entra Kean. Complice un calo dell’Atalanta, la Juve si produce in un forcing insistente ma che non produce effetti se non un tentativo in mischia di De Ligt sventato da Palomino e una punizione di Dybala in pieno recupero che scheggia la traversa. Anche sfortunati i bianconeri, segno che quando le cose vanno male c’è davvero poco da fare…(LaPresse)