BUDAPEST – Un tribunale di Budapest deciderà oggi sull’estradizione di un hacker collegato al sito Football Leaks. Noto per aver denunciato presunti episodi di corruzione nel mondo del calcio scatenando indagini in diversi paesi europei. Il 30enne Rui Pinto, esperto informatico autodidatta, tifoso del Porto e di Cristiano Ronaldo, è stato arrestato nella capitale ungherese. Con un mandato di cattura europeo emesso dal suo paese natio in Portogallo lo scorso 16 gennaio.
L’hacker è agli arresti domiciliari da più di sette settimane in attesa di una decisione da parte del tribunale metropolitano di Budapest sull’estradizione in patria. Pinto ha un’accusa di “estorsione tentata aggravata, accesso illegittimo e furto di dati da alcune istituzioni, incluso lo stato”. I suoi avvocati hanno rivelato che è un “membro importante” del sito web Football Leaks. Che ha pubblicato una serie di rivelazioni su presunti illeciti nel mondo del calcio. Il sito ha affidato milioni di documenti piratati a un consorzio di giornalisti europei appartenenti a diverse testate.
Cinquanta giorni fa l’arresto dell’hacker
Pubblicati in due differenti periodi, il primo alla fine del 2016 e il secondo nel novembre 2018, i documenti hanno denunciato ad esempio diversi casi di evasione fiscale da parte di calciatori, fra qui quella di Cristiano Ronaldo quando era al Real Madrid. Fra le rivelazioni di Football Leaks, ci sono anche quelle su un presunto aiuto da parte della UEFA nei confronti di Paris Saint-Germain e Manchester City per aggirare le regole del Fair Play Finanziraio (FFP).
Pinto è anche sospettato di essere dietro al furto di e-mail interne al Benfica. Che ha portato alle accuse di frode e ad una causa per corruzione che ha coinvolto il club di maggior successo in Portogallo. Dopo il suo arresto, gli avvocati francesi di Pinto lo hanno descritto come “un giovane portoghese che ama il calcio. E che, disgustato da certe pratiche, ha deciso di rivelare al mondo la portata di questi atti criminali. Che non riguardano solo il mondo del calcio ma danneggiano gravemente la sua immagine”.
(LaPresse/AFP)