ROMA – Maradona un anno dopo continua a vivere tra lacrime ancora non asciugate, ricordi e gesti indelebili, aneddoti che si intrecciano a nuovi scandali legati a presunte verità sulle effettive cause della sua morte. Il pallone orfano del mito che disegnava quadri calcistici d’autore scivola via lungo una traiettoria imperfetta di rivelazioni che finiscono ancora per scuotere le coscienze, aumentare le tirature de giornali argentini (e non solo) e scatenare i social. L’ultima è quella riguardante il suo cuore. Il ‘Pibe de Oro’ sarebbe stato sepolto senza evitare che venisse trafugato o sezionato per essere studiato. E’ l’ennesima indiscrezione clamorosa, rivelata da parte del medico e giornalista Nelson Castro (che ha appena pubblicato un libro dal titolo “La salute di Diego: la vera storia”), che non ha fatto altro che alimentare la leggenda del genio argentino sulla cui eredità si sta montando una battaglia legale infinita.
Da sempre quando si parla di Maradona il sacro e il profano nel ricordo del Diez si sono mischiati in maniera indissolubile, ancora di più in questi 12 mesi vissuti ricordando le imprese del più grande che ha stregato il mondo e impersonificato una città, come Napoli. La città partenopea domani, nel giorno del primo anniversario della morte, svelerà tre statue per celebrare l’uomo dei due scudetti. Tra queste ce n’è una che ha sollevato polemiche. Non tanto per le sue fattezze ma per un errore che i fedelissimi del Pibe considerano imperdonabile. E’ stato posizionato il pallone sul piede destro invece che su quello sinistro, un’anomalia che gli stessi amanti del calcio hanno voluto sottolineare con forza. Subito si è provveduto a modificare e e spostare il pallone sul piede più congeniale del campione la cui statua verrà posizionata all’esterno dello stadio che porta il suo nome. Maradona è diventato tutto da quando ha lasciato il palcoscenico della vita.
Su di lui decine di documentari e un film che proverà a lottare per l’Oscar, ‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino, che l’Italia ha designato per la corsa alla selezione come miglior film internazionale. La pellicola ispirata alla storia del supercampione ha già vinto a Venezia ’78 il Gran premio della giuria. “È il mio film più importante e doloroso e sono felice che tutto questo dolore oggi sia approdato alla gioia”, fu la dichiarazione toccante del regista napoletano. Un omaggio al suo eroe, incentrato sull’intervento divino e su quella spiritualità verace napoletana, che dà e che toglie. Come Maradona appunto, che un anno dopo continua a vivere ancora più di prima, anche attraverso murales indelebili sparsi per la città campana. Il Diez è sempre più un tesoro di passione, ma anche una vorticosa iperbole. E in Argentina lo scontro sulla sua eredità si fa sempre più accesa, tra ricchezza, miserie e nobiltà. Dopo il medico e lo staff che non avrebbe dato a Diego la giusta assistenza si sono stagliate ombre anche sull’avvocato Morla che è stato rimosso dal giudice su richiesta delle figlie del calciatore. Avrebbe avuto una stretta relazione con i medici che curavano il Pibe. Una storia infinita per un campione senza tempo.
di Luca Masotto