Calcio, Napoli in Paradiso

Di Lorenzo alza la Coppa, il cielo è azzurro. Festa per 53mila al Maradona per la consegna del trofeo dello scudetto: ovazione per la squadra

NAPOLI – Alzala al cielo, capitano. E falla vedere a una città che l’ha aspettata per 33 anni. Alzala al cielo del Maradona che canta “i campioni dell’Italia siamo noi”. E gonfia il petto per l’orgoglio vedendo Di Lorenzo sollevare la Coppa dello scudetto. Il finale emozionante di una storia straordinaria: il Napoli è campione d’Italia. E gli azzurri sfilano contenti come bambini, con Osimhen avvolto nella bandiera della Nigeria. Benvenuti in paradiso, allora. Perchè è qui la festa, festa per 53mila e più. Un mese dopo Udine e la partita che ha sancito la vittoria del terzo scudetto, nessuno vuol perdersi il gran finale. Un Maradona strapieno anche nei settori inferiori che hanno la visuale ostruita dai maxischermi montati per la festa. Ma il Naoli aveva già avvisato della loro presenza nella vendita dei biglietti che infatti per quella parte sono costati solo 5 euro. Poco male, l’importante è esserci. E chissenefrega se la partita si deve seguire solo sui maxischermi. Perchè è qui la festa e proprio nessuno vuole perdersela. Prima dell’inizio consegnati i premi della Lega A a Kim, miglior difensore della serie A, Victor Osimhen, miglior attaccante e capocannoniere e a Kvicha Kvaratskhelia come miglior calciatore della stagione. E ovviamente a Luciano Spalletti, eletto miglior allenatore. “Questo premio lo voglio condividere coi miei calciatori, collaboratori tutti e tutti voi tifosi, grazie del supporto” dice un emozionato Luciano. I calciatori entrano in campo coi loro figli, con Osimhen che ha portato la sua bimba con la maschera come quella che lui indossa sempre in partita. In tribuna parata di vip, ci sono gli ex Krol, Lavezzi, Paolo Cannavaro e Montervino, ma anche Sgarbi. A Fuorigrotta la coreografia è da brividi. La Curva B rende omaggio alla storia della città esponendo un maxistriscione con la scritta “Città di Parthenope VIII sec. A.C.”, sullo sfondo il Vesuvio e in primo piano il volto di Diego e con striscioni che raccontano dei 12 trofei vinti finora. Aurelio De Laurentiis è raggiante, premia con la riproduzione del piede di Diego Giorgio Armani e il suo braccio destro Leo Dall’Orto poi Nicola Arnone, patron della Lete che però dall’anno prossimo non sarà più il main sponsor. Ma stanotte non importa. Stanotte Napoli si copre di gloria.

Da Pino a Diego, nella notte del Maradona rivive il neapolitan power

NAPOLI – è la notte dei miracoli, col Maradona illuminato d’azzurro è una festa per 53mila compostissimi tifosi. Una sera dei miracoli in cui la fede laica per il Napoli si fonde con quella ultraterrena. E l’attore napoletano Silvio Orlando, interpretando il cardinale Voiello, personaggio della serie Young Pope di Paolo Sorrentino, a saldare quest’incontro. Un Padre Nostro rivisitato per i campioni d’Italia: “Napoli nostro che sei nei cieli, sia sempre ricordato il tuo nome, questo è il tuo regno. Sia fatta la tua volontà, come in campionato così in Champions. Dacci oggi il nostro Kvara quotidiano. E continua così senza debiti perchè noi non mascheriamo i bilanci debitori. E non ci indurre in penalizzazioni, capisci a me, ma liberaci dal Var. Amen, anzi Osimhen”.
Sul palco con al centro un gigantesca N simbolo del club sfilano vecchi e nuovi big della canzone napoletana e non solo con la conduzione di Stefano De Martino.
Emoziona il sax eterno di James Senese, che intona “O’ surdate ‘nnamurate” per poi lanciarsi in un duetto sublime con Tullio De Piscopo sulle note di Stop Bajon, una perla di Pino Daniele regalata al grande batterista, compagno con Senese nella Superband che negli anni ‘80 creò il Neapolitan Power. Pino c’è, come Diego del resto, invocato da tutto lo stadio con l’antico coro delle vittorie, “Olè, olè, olè, Diego, Diego” perchè come dice Luciano Spalletti “speriamo che Diego ci protegga sempre”. Scalda il cuore la versione di “Era de maggio” interpretata da Arisa, mentre canta tutto lo stadio quando Emma Marrone si esibisce con “Napule È”. Sul palco sfilano Gigi D’Alessio e Alessandro Siani ma ci sono anche Serena Autieri, Sal Da Vinci, Marisa Laurito.
Nino D’Angelo canta “Il ragazzo della Curva B”, inno ritrovato, con tutta la squadra che balla e che canta. I campioni d’Italia assistono e partecipano allo show, ridono dei siparietti di Peppe Iodice, che invita Spalletti “a tornare a Natale per mangiare il capitone con noi”. Capitan Di Lorenzo canta “i campioni dell’Italia siamo noi” e ammette che “le notti in Champions sono state magiche, ma il tifo del Maradona ci ha accompagnato verso questo scudetto, è stato da brividi”. Come la notte dello scudetto.

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