MILANO – Il timore espresso dal navigato Mancini alla vigilia era autentica e non una semplice boutade. Per l’Italia ripartire e rimettere la spina a settembre nasconde sempre insidie e inopinati blackout e la Nazionale ha confermato questa ‘regola’ faticando non poco per superare l’Armenia e cancellare quello che alla vigilia è sembrato essere un cattivo presagio.
Contro l’Armenia l’Italia sfrutta la superiorità numerica avuta per tutto il secondo tempo per allontanare i fantasmi che si erano iniziati a materializzare dopo il gol di Karapetian all’11’. Poi la qualità premia alla distanza gli azzurri riuscendo a ribaltare la sfida grazie al trascinatore Belotti, e nella ripresa grazie alla superiorità numerica, Lorenzo Pellegrini e un’autorete di Harapetyan propiziata ancora dall’attaccante del Torino.
Il successo in terra armena garantisce all’Italia di proseguire a punteggio pieno (cinque vittorie su cinque) la sua corsa verso Euro 2020. Domenica contro la Finlandia a Tampere serviranno altri tre punti per avere tra un mese all’Olimpico di Roma contro la Grecia l’opportunità matematica di conquistare il pass per la competizione continentale.
Mancini sceglie dal primo minuto Bernardeschi al posto di El Sharaawy con Chiesa a destra e Belotti punta centrale. L’Armenia parte meglio, si mostra subito pericolosa e aggressiva con un pressing alto che ha imposto un cambio di fascia tra Verratti – seguito come un’ombra dal neoacquisto della Roma Mkhitaryan, e Barella. L’Italia fatica a creare gioco soffrendo in avvio l’atletismo degli armeni che vincono tutti i duelli in velocità e questo segno di disorientamento viene subito pagato caro: al 10’ in contropiede Barsegyan sfugge a Barella, avvia la ripartenza e Karapetyan con un diagonale forte e teso sblocca il risultato non trovando al tiro l’ostruzione decisa di Bonucci al limite dell’area.
Ci voleva una scossa e la reazione azzurra è immediata
Mancini torna a farsi sentire, chiede pressing alto invertendo gli esterni Bernadeschi e Chiesa per scardinare la difesa armena. Una più intensa attitudine alla sfida e la migliore qualità azzurra riescono a cambiare l’inerzia del match: prima un tiro debole e centrale di Chiesa, poi un tentativo più pericoloso di Bernardeschi ma è Belotti al 28’ a restituire il sorriso e scacciare cattivi pensieri: Emerson sfonda a sinistra e per l’attaccante granata facile deviazione sottoporta.
Il ‘Gallo’, che evidenzia una migliore condizione fisica rispetto ai compagni di reparto, si fa pericoloso in altre due occasioni ma è protagonista di un clamoroso errore sottoporta su ottinma sponda di Chiesa. Il primo tempo si chiude con l’espulsione dell’autore del gol armeno, Karapetyan, per doppia ammonizione. Il primo giallo lo aveva ricevuto insieme a Verratti, reo di un reazione scomposta per un fallo subito: un cartellino che pesa dato che il talento azzurro salterà la sfida con la Finlandia.
Nella ripresa Mancini invita l’Italia a sfruttare la superiorità numerica dando più ampiezza ai terzini, ma la squadra si mostra sfilacciata e poco aggressiva. Entra Lorenzo Pellegrini per Chiesa ma la profondità della manovra non cambia. E sono gli armeni ad essere più pericolosi. Si tenta anche la carta Sensi al posto di Barella per aumentare la qualità ma la situazione psicologica non sembra cambiare.
Ci pensa proprio il giallorosso a cacciare via gli incubi: al 77′ traversone di Bonucci e colpo di testa che spiazza il portiere armeno protagonista di una autorete pochi minuti dopo. Sul sinistro di Belotti finito sul palo il pallone gli carambola sulla schiena e finisce in rete. Al ‘Gallo’ annullano nel finale anche una rete per fuorigioco ma va bene così. L’Italia tira un sospiro di sollievo, l’obiettivo dei tre punti è stato raggiunto ma quanta fatica. (LaPresse)