MILANO – “Il mio futuro è l’allenamento di oggi, la partita di domani, poi se mi parla del futuro della mia professione allora ho un altro anno qui e poi un’opzione e voglio restare qui, ho firmato per due anni e mi sento benissimo qui ed in questa città, non vedo che problema ci sia. Io parlo di futuro da allenatore, chi fa questo mestiere ha il riferimento nell’immediato con la partita”. Così Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, parla del suo futuro nel giorno in cui il presidente del club, Aurelio De Laurentiis, gli rinnova la fiducia nonostante il sogno scudetto ormai quasi sfumato. “Spalletti? L’ho scelto io, ma a gennaio del 2021. Andai a Milano tutto di nascosto a casa sua. Gli feci firmare il biennale più un’opzione per il terzo anno a mio favore, che non voleva firmare. Poi l’ho convinto, facciamo un secolo e mezzo in due. Poi quando e se vorrà andare via ci daremo la mano e non succederà nulla”, dice De Laurentiis, che non pare più di tanto contrariato dal sogno dei tifosi andato in frantumi. “Lo scudetto? L’avremmo potuto vincere quest’anno, ma all’inizio della stagione ho detto che la priorità assoluta era arrivare tra i primi quattro per ritornare in Champions”, sottolinea.
E anche Spalletti la pensa così: “Non sono contento dell’ultima partita, di quanto avvenuto, come non lo è nessuno in società e nella squadra. Però poi da zoom in dell’analisi, bisogna fare zoom out in un campionato di calcio. Eravamo stati bravi a crearci una chance importante, non siamo stati altrettanto bravi a sfruttarla, è un dispiacere, ma se si fa zoom out e si guarda la completezza, un grafico allargato alla stagione, io ci sto benissimo nel risultato perché siamo in lotta per la Champions, quello che volevamo all’inizio”.
Intanto domani c’è il Sassuolo al ‘Maradona’, per provare a rifarsi subito e saldare il terzo posto: “Mi aspetto – dice Spalletti – una reazione corretta dopo quanto avvenuto, anche se in quel risultato lì ci vedo molte cose fatte bene, ed altre fatte male”. Sulla delusione, che inevitabilmente c’è, il tecnico partenopeo spiega: “Perché ad un certo punto abbiamo creduto allo scudetto? Perché la squadra aveva giocato un calcio fantastico, reagendo bene alle sconfitte, era il momento di spingere e di rendere responsabile e partecipativo il gruppo. Poi per un motivo o per un altro non ce l’abbiamo fatta. Qualche punto l’abbiamo perso ad intervalli e quindi bisogna rendersi conto della realtà ed accettare il risultato sul campo, non portando però questa delusione ad un livello che non deve offuscare che siamo in lotta Champions dall’inizio, ovvero il nostro obiettivo, riuscendo a mettere fuori 3-4 squadre di quel condominio, squadre che ora sembra che facciano un grande campionato, diciamola nella maniera corretta”. I tifosi sono forse i più delusi: “La reazione è del tifoso dispiaciuto perché è troppo innamorato di questi colori. Lo vogliamo tradurre in un momento difficile, come viene riportato, ma io spero sempre di trovarmi di fronte ad un tifoso di questo tipo, che reagisce così, io voglio sempre avere la gente che ho intorno per come hanno reagito. Sono reazioni belle, anche se di dispiacere, vogliono bene al Napoli”, conclude Spalletti.
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