MILANO – Le api stremate dal caldo hanno smesso di volare. E non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline. Ma con le elevate temperature in pericolo ci sono anche le nuove covate con le operaie al lavoro per salvarle dalla disidratazione. Ed evitare che le temperature interne alle arnie superino i 33-36 gradi. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la prima produzione nazionale di miele di acacia e agrumi è crollata del 41% rispetto alle attese secondo Ismea. Ora l’ondata di caldo africano rischia di dare il colpo di grazia agli alveari. Dove – sottolinea la Coldiretti – le api ventilatrici sono impegnate a rinfrescare l’interno. Agitando velocemente le ali in modo da ricambiare l’aria e quelle acquaiole portano invece acqua in forma di goccioline per raffreddare. A scapito della normale attività di impollinazione.
(LaPresse)