ROMA (LaPresse) – Caldo e inquinamento sono due aspetti diversi del problema salute, ma possono avere effetti sinergici. Basti pensare che l’alta temperatura, di per sé, abbatte le performance di un individuo normale mediamente del 20%. Ma tale percentuale aumenta, sino anche a triplicarsi, nei casi di soggetti più fragili: pazienti respiratori, cardiopatici o con patologie invalidanti. Questi, durante i periodi più caldi, si trovano in serie difficoltà nello svolgere qualsiasi tipo di attività. Anche quelle relative alla vita di tutti i giorni.
“In questi periodi, i soggetti più a rischio – spiega Roberto Dal Negro – sono gli asmatici, i broncopneumopatici cronici. I pazienti cardiaci, i diabetici, gli insufficienti renali, i neoplastici, perché già fortemente limitati dalle loro patologie di base“.
Se consideriamo anche i fattori inquinanti, il problema aumenta esponenzialmente
Questo perché le temperature ambientali elevate svolgono effetti sinergici con i biossidi di azoto e l’ozono, provocando infiammazione e ostruzione delle vie aeree già nei soggetti normali, ma ancor più in quelli con patologie croniche delle vie aeree. Ad esempio, le vie aeree di un bambino sano che svolge attività sportiva, magari intensa, durante le ore più calde della giornata, sono sottoposte ad un insulto importante dovute alla presenza di ozono, fattore, come prima accennato, ad elevata attività infiammatoria. Più l’attività motoria è intensa, più aumenta la ventilazione polmonare (per far fronte alla richiesta energetica), e quindi più aumenta la quantità di ozono respirata. Se si tratta di un bimbo o un ragazzo asmatico, l’effetto può farsi veramente pesante, fino allo scatenare di una crisi d’asma.