Camere ferme e parlamentari ‘in viaggio’, a gennaio approvati solo 2 ddl

Se le Camere sono ferme i parlamentari molto meno. Dall'inizio della legislatura in 102 hanno cambiato casacca a fronte di 101 leggi approvate

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Parlamento immobile con poche leggi approvate e decine di cambi di casacca. A gennaio le Camere sono rimaste di fatto bloccate e le uniche due leggi approvate sono il decreto per il rifinanziamento dell’Alitalia e la legge per il post-mortem. La paralisi è stata causata in parte dalle vacanze natalizie, ma soprattutto dalla campagna elettorale per le Regionali in Calabria ed Emilia Romagna. Per vincere le elezioni i leader politici sono stati impegnati in veri e proprio tour con comizi in piazza per cercare di tirare acqua al proprio mulino. A febbraio, l’impegno dovrebbe aumentare perché devono essere convertiti in legge ordinaria 4 decreti del governo in scadenza.

Esodo 5 Stelle e cambi di casacca

Se i due rami del Parlamento sono paralizzati, senatori e deputati si muovono con molta facilità. In questa legislatura ci sono stati moltissimi passaggi di parlamentari in altri gruppi, 102 dal marzo 2018, a fronte di sole 101 leggi approvate. Senza dubbio un vero e proprio esodo ha riguardato i 5 Stelle. Oltre 30 parlamentari, tra espulsioni e fuoriuscite volontarie, hanno lasciato il Movimento. Tra le ragioni principali le polemiche con l’ormai ex capo politico Luigi Di Maio e la linea politica del gruppo e le espulsioni per i mancati rimborsi.

E da Palazzo Chigi arriva lo scontro sulla prescrizione

Tra le questioni che dovrebbero arrivare presto in Parlamento c’è la prescrizione, che ha spaccato l’esecutivo. Italia viva ha ribadito in più riprese la sua contrarietà, che non dovrebbe pesare alla Camera, dove Pd e M5S hanno i numeri per far passare la riforma fortemente voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Quadro del tutto diverso in Senato dove dovrebbe prevalere la bocciatura, in quanto i voti del partito di Matteo Renzi sono fondamentali per il via libera a Palazzo Madama. A Palazzo Chigi si lavora ancora per ricucire lo strappo e cercare la mediazione che, tuttavia, sembra sempre più lontana.

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