Camorra a Marcianise: telefonate non consentite, Buonanno fuori dal piano di protezione

Avrebbe rivelato informazioni ai familiari su ciò che aveva detto in sede di interrogatorio ai magistrati. Il Tar dà ragione al Viminale che gli aveva revocato il programma su richiesta della Dda. Ma il figlio dello storico esponente del clan Belforte continuerà a collaborare con la giustizia.

Marcianise, si pente il figlio del ras Buonanno
Marcianise, si pente il figlio del ras Buonanno

Giovanni Buonanno, figlio di Gennaro, alias Gnucchino, storico esponente del clan Belforte, ha perso il ricorso al Tar. I giudici amministrativi hanno confermato la decisione presa dal Viminale, su richiesta della Procura di Napoli, nel 2023. Inizialmente il Tribunale aveva accolto la sospensiva del provvedimento, ma quando nelle scorse settimane ha esaminato nel merito il caso ha ritenuto corretta l’azione dell’Antimafia partenopea di avviare l’iter per revocargli i benefici della sua collaborazione con la giustizia (che proseguirà anche senza programma).

Logicamente Buonanno, assistito dall’avvocato Carmen Di Meo, continuerà ad essere protetto per le dichiarazioni che ha reso e che sono già state utilizzate in diversi processi. Se a Buonanno è stato revocato il programma è per alcune sue condotte avute nei cosiddetti 180 giorni, cioè la fase che va a cristallizzare la collaborazione con la giustizia di ogni ex mafioso. Il 43enne, sostengono gli inquirenti, avrebbe effettuato chiamate dal carcere che non gli erano consentite e rivelato informazioni ai familiari su ciò che aveva detto in sede di interrogatorio ai magistrati.

Nel dettaglio, gli investigatori hanno accertato che Buonanno, quando era ristretto in regime speciale (per il suo pentimento) presso il carcere di Carinola, ha nascosto nella busta dei panni sporchi, in uscita dalla prigione e consegnata alla moglie Caterina Iuliano, “appunti manoscritti contenenti indicazioni relative alle dichiarazioni confessorie ed etero accusatorie che la donna avrebbe dovuto rendere all’autorità giudiziaria nei successivi interrogatori”. Infatti, negli interrogatori resi il 15 giugno e il 30 giugno 2022, la donna utilizzò proprio “gli appunti del marito riferendo anche circostanze e fatti di cui lei non era a conoscenza”.

La donna, inoltre, avrebbe informato i genitori delle dichiarazioni che il consorte stava rendendo all’autorità giudiziaria, in particolare raccontò di un episodio estorsivo narrato da Buonanno che coinvolgeva il papà, Raffaele Iuliano. Altro episodio che ha fatto storcere il naso alla Dda: la moglie del pentito avrebbe violato le norme relative al programma speciale di protezione perché, mentre si trovava in località protetta con i figli, aveva ospitato familiari non ammessi al programma.

Queste violazioni (a cui vanno aggiunte le videochiamate non autorizzate fatte da Buonanno dal carcere), secondo gli inquirenti, hanno di fatto vanificato le misure di sicurezza, risultando incompatibili con lo stato di collaboratore con la giustizia. Contro la decisione del Tar, l’avvocato di Buonanno ha fatto sapere che presenterà ricorso al Consiglio di Stato. Recentemente Buonanno è stato condannato per aver guidato una rete di pusher attiva fino al 2021 nell’hinterland marcianisano, che era riuscita a estendere i suoi tentacoli fino a Milano. Da collaboratore, Gnucchino jr ha rivelato informazioni pure su questo suo business connesso alla droga.

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