Camorra a Napoli, la carriera criminale del boss Raffaele Amato e i fatti di sangue contestati dalla Procura

Ha 58 anni, è detto "’a vecchiarella". Accusato di tre uccisioni e di due ferimenti nella lunga guerra contro i Di Lauro. Nel 2007 la Vanella Grassi si separò dal clan Di Lauro.

Raffaele Amato
Raffaele Amato boss del clan Amato-Pagano

La Procura cristallizza la faida di Scampia e mette gli ultimi tasselli. Per l’omicidio di Salvatore Ferrara e i ferimenti di Ugo De Lucia e Antonio Caldieri. Non solo. Gli inquirenti chiudono il cerchio pure sul duplice delitto di Luigi Magnetti e Carmine Fusco. Arrestato il capoclan Raffaele Amato, soprannominato ’vicchiarella. Carabinieri e Direzione distrettuale antimafia mettono il sigillo su diversi ‘cold case’, grazie ai pentiti. Gli investigatori dell’Arma fanno sapere che all’alba di ieri è scattata la misura cautelare per un elemento di spicco del clan Amato-Pagano.

I militari del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti del 58enne, ritenuto indiziato in concorso con altre persone dell’omicidio pluriaggravato di Ferrara Salvatore e contestuale ferimento di De Lucia Ugo e Caldieri Antonio, nell’omicidio di Magnetti Luigi e Fusco Carmine, nonché di detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico degli Amato-Pagano, operante nell’area nord della città di Napoli ed in alcuni paesi della provincia.

In particolare, gli omicidi ed i ferimenti in riferimento sono avvenuti a Napoli e ad Arzano, rispettivamente in data 25 settembre 2007 e 9 febbraio 2008. Raffaele Amato viene indicato dalla Procura a capo degli Scissionisti, che dichiararono guerra al clan Di Lauro di Ciruzzo ’o milionario. Soprannominato ’o Spagnuolo, considerato per anni uno dei capi del clan Amato-Pagano che ha dato vita nel 2004 alla faida di Scampia, dopo la scissione dalla paranza di Cupa dell’Arco. Sette mesi fa è stato trasferito dalla Sardegna al carcere di Cuneo. Qui gli è stata notificata ieri mattina l’ordinanza cautelare. Difeso dall’avvocato Sara Luiu.

Una delle persone assassinate (Luigi Magnetti) è il nipote del boss Salvatore Petriccione, detto ’o marinaio (estraneo all’indagine), ritenuto tra i fondatori della Vanella Grassi. Riavvolgiamo il nastro. Nel 2007 la Vanella Grassi decise di staccarsi dai Di Lauro e passare con gli Amato-Pagano. Gli Scissionisti, per provarne la fede, chiesero di commettere omicidi contro i Di Lauro. La ricostruzione degli inquirenti si basa sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Accurso e Rosario Guarino. Negli anni novanta Raffaele Amato era indicato vicino alla famiglia dei Di Lauro, una sorta di luogotenente.

Tra i più carismatici del gruppo di Cupa dell’Arco, ha contribuito alla instaurazione dell’egemonia nel quartiere. Parliamo degli anni d’oro dei Di Lauro. Quando erano il primo clan nell’area nord della città (oggi sono rimasti pochi reduci, dopo inchieste e decine di arresti). Amato avrebbe controllato importanti traffici di droga tra l’Italia e l’estero. Poi avrebbe guidato la rivolta dei cosiddetti ‘scissionisti’ contro il clan Di Lauro, dopo che questi avevano cercato di centralizzare il traffico di stupefacenti, sostituendo la vecchia guardia con manovalanza più giovane.

Dalla Spagna, Amato avrebbe tirato le fila del narcotraffico nei quartieri di Secondigliano e di Scampia. Almeno così dicono gli inquirenti. La guerra con i Di Lauro è passata alla storia criminale come faida di Scampia, 60 omicidi in pochi mesi, fra il 2004 e il 2005. Fuggito in Spagna nel dicembre 2005, aveva continuato da lì a gestire i traffici di droga (in particolare cocaina). È stato arrestato a Marbella il 17 aprile 2009 dagli agenti napoletani dell’Antidroga. Il provvedimento eseguito ieri è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione.

Gli Scissionisti sono scomparsi? Tutt’altro. Gli Amato-Pagano oggi rappresentano la cosca più agguerrita e meglio organizzata nell’area nord della città. Hanno sbaragliato tutti, dai Di Lauro, alla Vanella Grassi, agli Abbinante. Dopo un ricambio generazionale. Gli unici a fare da argine sono i Licciardi della Masseria Cardone, perché dietro hanno l’Alleanza di Secondigliano con i Mallardo e i Contini. Gli Scissionisti sono abili a evitare le guerre. Vanno d’accordo con tutti, ma poi impongono le loro regole. Lello Amato era latitante nel 2006, dopo che nei suoi confronti era stata emessa una ordinanza di custodia cautelare.

Nel 2009 fu arrestato in Spagna. Poi trasferito dal carcere dell’Aquila a quello di Sassari. Fino a Cuneo. Oggi il boss è detenuto in regime di 41bis (carcere duro). Amato avrebbe guidato la rivolta contro i Di Lauro di Cupa dell’Arco. La faida di Scampia. La storia parte da lontano. Alla fine degli anni Novanta, Paolo Di Lauro emerge gestendo un vasto traffico di stupefacenti. Già nel 1999, quindi cinque anni prima che la faida esplodesse in tutta la sua ferocia, erano emersi forti contrasti all’interno dei sottogruppi criminali per il controllo dei traffici di droga.

A Scampia e Secondigliano ruota tutto intorno agli stupefacenti. E anche le guerre cominciano così. Nel 2002 a Paolo Di Lauro subentrano i figli, soprattutto Cosimo Di Lauro, che iniziano a rimuovere i capi-piazza, inserendo persone di loro fiducia. La guerra prende avvio con il ritorno a Napoli di Raffaele Amato, ex fedelissimo dei Di Lauro, rifugiatosi in Spagna (da qui il soprannome degli scissionisti, chiamati con disprezzo dai rivali ‘gli spagnoli’).

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