MARCIANISE – Salvatore Belforte (nella foto), figlio del capoclan Domenico, è ancora “socialmente pericoloso”. Dopo aver scontato nel carcere di Lanciano la condanna che la Corte d’appello di Napoli gli aveva inflitto nel 2019, per il reato di estorsione, l’Antimafia aveva chiesto che fosse sottoposto a sorveglianza speciale per tre anni. Richiesta parzialmente accolta dal magistrato di sorveglianza di Pescara: Belforte per i prossimi 12 mesi dovrà fare i conti con la libertà vigilata. Non potrà lasciare Marcianise e sarà obbligato a restare in casa dalle 19 alle 9.
Se il magistrato ha deciso di limitare i movimenti del figlio del boss, è perché esaminando le informative redatte dagli investigatori sul suo conto è emerso che non ci sono elementi sufficienti per ritenere che il suo modo di vivere possa essere definitivamente mutato. Non si ha ancora la certezza che si sia allontanato da logiche mafiose, anzi, il fatto che sia tornato a vivere nel territorio che per anni è stato criminalmente dominato dalla sua famiglia, potrebbe rappresentare un elemento che lo induce a rituffarsi nel malaffare. Insomma, sul tavolo del giudice d Pescara non sono arrivati, al momento, elementi che inducono a far ritenere “venuta meno” la probabilità che Salvatore Belforte commetta altri reati.
A trascinare in prigione il figlio del capoclan dei Mazzacane fu l’inchiesta volta a documentare un’estorsione ai danni di un titolare di un’impresa di pompe funebri. Ottenne, insieme allo zio Benito, una tangente di alcune migliaia di euro. Per tale vicenda venne ammanettato nel 2017. La condanna di secondo grado, a 8 anni di carcere, fu emessa nel 2019 e la Cassazione la confermò, rendendola irrevocabile, l’anno successivo. Salvatore Belforte si era messo la prigione alle spalle nel 2023. Ad assisterlo è l’avvocato Nicola Musone, che ha già impugnato il provvedimento del magistrato di sorveglianza.
L’altro ieri la madre di Salvatore Belforte, Maria Buttone, è stata condannata all’ergastolo per aver ordinato al marito, Domenico (che ha ricevuto 30 anni di carcere), di assassinare la sua amante, Anna Gentile. Per la coppia il verdetto adesso è irrevocabile. Lady Belforte al momento è sottoposta al regime di 41 bis. La donna aveva presentato ricorso chiedendo lo stop al carcere duro. Ma la Suprema Corte, nelle scorse settimane, esaminando la sua istanza, ha considerato il clan guidato dal marito ancora attivo sul territorio marcianisano e una sua detenzione in un regime più leggero potrebbe consentirle di riallacciare i rapporti con gli altri affiliati liberi.
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