Camorra casertana, sequestrate due ville al boss Setola

CASAL DI PRINCIPE – Una delle due ville del boss Giuseppe Setola fu costruita in pochi mesi, nel giro di un’estate. E’ stata sequestrata dai carabinieri su ordine della Procura insieme ad un altro edificio. Se la costruzione di dimensioni più ridotte (circa 120 metri quadrati) era rifinita ma non abitata l’altra, di quasi 400 metri quadrati, era divisa in due livelli ed abitata dalla figlia di Giuseppe Setola, Rosaria e dalla mamma, Teresa Martinelli, ex moglie del boss dei Casalesi (sono separati, con la procedura di divorzio in corso). In quella stessa abitazione vive anche la suocera di Setola, la signora Rosa Martino, di 81 anni. I due edifici in via Fellini sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Caserta in esecuzione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca emesso dalla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere.

Per la Procura della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i due edifici prospicienti sono stati sequestrati con il provvedimento patrimoniale emesso dalla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, in seguito alla condanna definitiva all’ergastolo per Setola in relazione al duplice omicidio di Nicola Baldascino e Antonio Pompa consumatosi il 31 ottobre 1997 in piazza Croce a Casal di Principe. Fu lo stesso Setola nel corso di un interrogatorio reso il 18 ottobre del 2014 ad ammettere di aver fatto costruire l’abitazione per la figlia, con lavori commissionati durante il periodo di latitanza del boss (fu arrestato i 15 gennaio del 2009 dopo la fuga da una clinica) ad un imprenditore per 70mila euro, lavori iniziati nel luglio del 2008 e terminati a settembre. Quei soldi sarebbero frutto di estorsioni. Per i giudici emerge in maniera chiara l’intestazione fittizia: la donazione sarebbe avvenuta quando la figlia aveva solo sette anni e Setola non aveva redditi leciti.

L’altra villa Silvio Martinelli, suocero del boss, l’acquistò il 29 gennaio del 1999 per gli equivalenti 67mila euro di oggi. Anche qui è stata evidenziata una sproporzione rispetto ai redditi dei suoceri che non ricorsero a finanziamenti. L’intestazione fittizia sarebbe evidente anche perché le operazioni immobiliari sarebbe avvenute solo dopo il matrimonio e perché il bene è stato nella disponibilità dei suoceri un lasso di tempo molto limitato. La Corte presieduta dal dottor Roberto Donatello ha ritenuto fondate le argomentazioni del pubblico ministero, disponendo il sequestro eseguito ieri. I due beni immobili sono risultati essere abusivi e sfuggiti dal computo dei beni sequestrati a Giuseppe Setola all’esito di una misura di prevenzione patrimoniale emessa nel gennaio 2009.

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