CASERTA – Dal carcere ha ordinato un omicidio contro un affiliato del clan, nel tentativo di ridimensionare la sua ascesa criminale. È il figlio del boss Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e Mezzanotte che, nonostante la reclusione, ha utilizzato un cellulare introdotto illegalmente in carcere per ordinare l’omicidio.
È quanto hanno appurato gli inquirenti nel corso di una indagine, coordinata dalla Dda partenopea, andata avanti per oltre 3 anni e mezzo e che all’alba ha portato all’arresto di 37 persone, tra carcere e domiciliari, da parte dei carabinieri di Caserta, del ‘nuovo’ assetto camorristico del clan dei casalesi, fazioni Bidognetti e Schiavone.
I telefoni cellulari sono stati rinvenuti, all’interno del carcere, con l’ausilio di personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria.
Altre due figlie dello storico capoclan, in ragione della loro appartenenza alla famiglia, avrebbero invece continuato a percepire stabilmente somme di denaro provento delle diverse attività delittuose.
Dalle indagini sono emerse le mani del clan sugli affari delle pompe funebri nell’Agro-aversano, in virtù di un accordo criminale che risale agli Anni ’80 e che ha visto finire sotto sequestro di agenzie funebri compiacenti.
I componenti della fazione criminale avrebbe avuto la disponibilità di armi attraverso le quali avrebbe espresso la propria forza intimidatrice per assicurarsi il controllo del territorio.
Dalle indagini sono inoltre emerse condotte usuraie con tassi fino al 240%.
(LaPresse)