ROMA – Nell’ambito di un’indagine coordinata della Dda di Napoli, personale della Direzione investigativa Antimafia questa mattina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli a carico di due soggetti, gravemente indiziati dei reati di associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed autoriciclaggio, questi ultimi aggravati dalla finalità e modalità mafiose. Si tratta di Nicola Schiavone, nipote del capoclan dei casalesi, Francesco Schiavone detto ‘Sandokan’, e Alessandro Ucciero.
Il provvedimento, frutto delle attività d’indagine coordinate dalla Dda di Napoli, è indice dell’attività del clan dei casalesi nella gestione degli appalti pubblici, di cui uno dei soggetti colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, è lo storico referente. Questi, tra l’altro, pubblicizzò attraverso una telefonata anonima alla stampa, il suo ritorno sul territorio casertano dopo la sua scarcerazione, avvenuta nel 2019.
L’uomo, dopo essere stato scarcerato, aveva ‘convocato’ vari imprenditori considerati tutti, a vario titolo, soggetti che beneficiavano di un accordo economico criminale con il clan, ottenendo forniture di materiali edili o esecuzione di appalti pubblici, oppure soggetti che avevano usufruito di somme di denaro consegnate in passato e delle quali richiedeva la restituzione.
Inoltre, le attività investigative hanno consentito di accertare la riconducibilità in capo all’indagato di una società attiva nel settore degli appalti pubblici che aveva fittiziamente intestato ad un prestanome pure colpito dalla misura cautelare. La società costituita si occupava di lavori edili con la pubblica amministrazione mediante contratti di avvalimento non avendo attestazioni Soa, essendo l’azienda di nuova costituzione.
(LaPresse)