CASAL DI PRINCIPE – La scarcerazione del padrino Antonio Mezzero, il suo tentativo di ridare energia al clan dei Casalesi, i summit nella casa sammaritana e i contatti con gli esponenti del clan Schiavone (tra loro, Elio Diana) e del gruppo Zagaria (Carlo Bianco): l’inchiesta dei carabinieri di Caserta, coordinati dalla Dda di Napoli, è riuscita a tracciare tutto questo (e anche molto altro), facendo scattare a metà ottobre 14 misure cautelari per altrettanti indagati. A dimostrare la solidità dell’indagine è stato già il Riesame, che quasi per tutti gli inquisiti ha confermato l’ordinanza cautelare disposta dal gip su richiesta della Procura. Ma a dare, adesso, nuovi elementi che potrebbero ulteriormente puntellare e rendere ancor più salda l’attività investigativa potrebbe essere la scelta di un soggetto, per la Dda intraneo alla gang che orbita intorno ad Antonio Mezzero, di confrontarsi con i magistrati. L’indagato, a quanto pare, avrebbe deciso di dialogare con gli inquirenti. Non si tratta, chiariamolo, di una collaborazione con la giustizia, ma probabilmente della scelta di spiegare le dinamiche che lo avrebbero portato a prendere parte alle presenti condotte illecite che gli vengono contestate dalla Dda (e quindi indirettamente – potenzialmente – a confermarle).
Dire adesso cosa determinerà questo suo eventuale racconto (se manterrà fede alla volontà di farlo) è azzardato. Ma già solo l’intenzione può essere letta come un ulteriore segnale di sfaldamento della costola casalese, una disgregazione avviata grazie al duro lavoro svolto dai militari dell’Arma del Nucleo investigativo di Caserta. Il lavoro su Mezzero e i suoi sodali ha portato a tracciare quello che è l’attuale assetto dell’organizzazione criminale sul territorio e soprattutto ha dimostrato come il clan dei Casalesi, nonostante tramortito dai continui arresti e dalle recenti ondate di pentimenti, non abbia affatto abbandonato Terra di Lavoro, anzi continui a farsi sentire attraverso l’organizzazione del gioco d’azzardo e delle estorsioni ai commercianti.