NAPOLI (Gianmaria Roberti) – In Campania i registri tumori non sono aggiornati da anni, e questo è un problema, in una regione dove l’incidenza della patologia – da sempre – è più alta della media italiana. Secondo dati forniti dalla giunta regionale, lo scorso febbraio, la Asl Napoli 1 è ferma al 2015, la Napoli 2 al 2016, la Napoli 3 al 2019, Avellino al 2017, Benevento al 2016 (le stime arrivano al 2019), Salerno al 2016, Caserta al 2016, e il Registro Regionale Tumori Infantili al 2017. Il sito dell’azienda casertana riferisce, tuttavia, di un aggiornamento al 15 settembre 2019, per i tumori di testa e collo. Resta l’affanno nella compilazione. Eppure, si tratta di uno strumento cruciale per la prevenzione. Previsti da una legge regionale del 2012, i registri devono fornire informazioni sull’andamento epidemiologico della patologia oncologica, negli aspetti di incidenza, mortalità, sopravvivenza e prevalenza. Un’interrogazione in consiglio regionale – appena presentata da Michele Cammarano del M5S – chiede “se lo stato dei fatti descritto corrisponde al vero e, in caso affermativo, quali siano le motivazioni delle criticità rilevate e quali le azioni previste affinché si attuino con puntualità gli adempimenti legislativi previsti per un aggiornamento rigoroso, continuativo e sistematico”.
Cinque mesi fa, rispondendo a un’interpellanza in materia della consigliera Maria Muscarà (gruppo misto), l’assessore alle Attività produttive, Antonio Marchiello, precisava che “l’Asl Napoli 1 Centro ha già trasmesso i dati aggiornati e attualmente sono in corso le necessarie operazioni di verifica al dato regionale”. Venendo al nodo, però, l’assessore metteva le mani avanti. “La Direzione Generale Tutela della Salute – diceva Marchiello – ha comunicato che la quiescenza di diversi operatori dei registri ha provocato, negli ultimi 2 anni – sapete che ci mancano 14 mila dipendenti nelle ASL, stiamo facendo queste selezioni – temporanee riduzioni degli organici dei registri tumori, in linea con la definizione del fabbisogno di personale. Secondo il decreto commissariale 67/2016, la Regione ha disposto che le ASL debbano garantire un’adeguata dotazione di risorse umane per il regolare funzionamento dei registri tumori”. All’epoca, la questione era “ancora in itinere”. Ora, a mesi di distanza, non ne sappiamo di più. “Purtroppo ad oggi – spiega Cammarano – nonostante le numerose sollecitazioni giunte da più parti, i registri tumori sono fermi da anni. È paradossale considerato che per l’aggiornamento del registro vengono investiti in Campania 1.5 milioni di euro l’anno”. Soldi ben spesi, a quanto pare.