NAPOLI (Francesco Foco) – Niente di personale né di particolarmente complesso: è solo una questione d’affari. Il mancato accordo per rinnovare la segreteria regionale del Partito democratico non ha nulla a che fare con Roma, con il Nazareno, con presunti quanto improbabili rapporti di forza nazionali. No. E non riguarda assolutamente i rapporti tra il governatore Vincenzo De Luca e il resto del Pd. Gira tutto ed esclusivamente attorno ad un solo macroscopico problema: le candidature alle prossime elezioni Politiche. Poltrone, da senatore o deputato poco importa. E gli esponenti democrat della Campania che cercano di insinuare (se non apertamente affermare) il contrario, semplicemente giocano al posizionamento. E sempre di poltrone, dunque, stiamo parlando.
Stefano Graziano è e resta il nome principale su cui ragionano i vertici del Pd, ovvero Vincenzo De Luca ed Enrico Letta. Ma lo stesso Graziano è consapevole che da segretario regionale in carica avrebbe una opportunità fino a poco tempo fa insperata. Ovvero, quella di essere candidato come numero uno nel listino per la Camera nel collegio Campania 2. La partita della vita per l’ex consigliere regionale casertano che cercherà fino all’ultimo di farsi eleggere segretario campano del Pd.
Ed è proprio questo il problema. Ed è un problema tutto locale. Gli altri aspiranti parlamentari (e coloro i quali vogliono restare incollati allo scranno finora occupato) non vogliono passare da un ‘innocuo’ Leo Annunziata ad un potenziale competitor radicato e certamente più introdotto come Graziano. Il ragionamento, infondo, non è così difficile. Salvo sorprese, resterà in vigore l’attuale legge elettorale, il ‘Rosatellum’, che prevede candidature bloccate nei listini e una quota nei collegi uninominali. La riduzione dei seggi parlamentari ha ridisegnato i collegi. Con Graziano in sella al partito regionale le quotazioni degli altri di ottenere il posto da capolista alla Camera si abbasserebbero radicalmente. Fermo restando che la partita per il Senato è praticamente già di Clemente Mastella, pronto a fare assopigliatutto nelle aree interne con la benedizione dello Sceriffo.
Insomma, è questo che tiene ancora Graziano sulla graticola. E i vari nomi fatti circolare dalle altre correnti semplicemente sono il tentativo di fermare un processo già iniziato. E su cui nulla centrano né gli intellettuali che hanno scritto a Letta, né presunti giochi di forza tra Francesco Boccia, Letta stesso e De Luca. Non è una discriminante nemmeno la polemica sul terzo mandato del governatore. Il non-accordo su Graziano in Campania è solo una mera battaglia per una poltrona in Parlamento.
La vicenda dell’ex deputato di Teverola, in ogni caso, non tiene in apprensione solo i politici di Terra di Lavoro e del Sannio. Ma di tutti i territori, compresa Napoli.
Perché se un posto salta a Caserta, potrebbe essere tranquillamente recuperato nei collegi del capoluogo. D’altronde è già accaduto cinque anni fa, quando Piero De Luca e Valeria Fedeli furono catapultati in collegi extraterritoriali. La ‘guerra’ per un seggio in quel di Napoli non è ancora entrata nel vivo ed è già spietata. Ci sono gli uscenti Valeria Valente, Paolo Siani e Lello Topo che proveranno a giocarsi tutte le carte a loro disposizione per tornare a Roma. Vogliono metter piede nella capitale anche Marco Sarracino, Teresa Armato, Massimiliano Manfredi e Nicola Oddati. Senza pensare ai potenziali candidati di coalizione, come Sandro Ruotolo e Arturo Scotto. Insomma, l’elezione di Graziano a segretario regionale del Pd sarebbe una tegola per tutto il ceto politico di centrosinistra della Campania. Ma non per De Luca, men che meno per Letta. Tutto per una poltrona.