CASERTA – Dramma lavoro in Campania. Nonostante qualche piccolo miglioramenti, i dati nella nostra regione restano disastrosi, come accade anche nella altre aree del Mezzogiorno. Nel 2024, l’Italia meridionale si conferma maglia nera in Ue per il tasso di occupazione, la percentuale di persone occupate tra i 20 e i 64 anni rispetto alla popolazione totale (della stessa età). Lo rileva Eurostat certificando il tasso di occupazione dell’Ue nel complesso al 75,3%, in aumento di 0,7% rispetto al 2022. Se nella regione della capitale polacca di Varsavia si osservava il tasso di occupazione più alto lo scorso anno, pari all’86,5%, in tre regioni italiane meno della metà della popolazione in età lavorativa era occupata, rispettivamente Calabria e Campania (entrambe con un tasso del 48,4%) e Sicilia (48,7%). Non solo la Campania risulta “maglia nera” nel nostro Paese, ma si distingue in negativo pure a livello continentale. Si tratta infatti, a pari merito con la Calabria, della regione con il tasso di occupazione più basso di tutta l’Ue tra le persone di età compresa tra 20 e 64 anni, con un misero 48,4%. L’ufficio statistico dell’Ue assegna all’Italia anche il primato delle disparità regionali più elevate con un coefficiente di variazione del 16,3%, davanti a Belgio (8,5%) e Romania (7,7%). Guardando alle percentuali regionali, a far meglio la Val D’Aosta (con un tasso del 77,3%), Emilia Romagna (75,9%), seguite da Veneto (75,7%), Trento (75,6%), Lombardia (74,6%), Toscana (74,5%), Friuli Venezia Giulia (73,8%), Marche (72,6%), Piemonte e Liguria (entrambi a 72,2%), Umbria (71,8%), Lazio (68,1%) e Abruzzo (66%). Seguono infine Molise (60,9%), Sardegna (59,9%), Basilicata (59,1%), Puglia (54,7%).
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