Camusso spacca il Partito Democratico. In rotta con Graziano, Picierno e perfino la Schlein

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Susanna Camusso

CASERTA (Anastasio Leonardo) – Il Partito Democratico casertano vive una nuova fase di turbolenza politica e organizzativa, proprio alla vigilia di un passaggio cruciale come quello delle elezioni regionali. Invece di lavorare alla costruzione di una squadra unita e capace di affrontare la sfida elettorale, il partito appare imbrigliato in polemiche interne che rischiano di minarne la credibilità e, soprattutto, l’efficacia sul piano del consenso. Responsabile del clima così teso la commissaria provinciale Susanna Camusso (in alto), voluta da Elly Schlein per – dice lei – restituire compattezza a un territorio storicamente difficile, ma oggi accusata di aver esasperato divisioni e personalismi. La tensione degli ultimi giorni è esplosa con la lettera aperta di Elpidio Del Prete, già vicesindaco e storico dirigente del Pd di Sant’Arpino, che non ha risparmiato critiche durissime alla commissaria. Del Prete ha denunciato un “modus operandi che da oltre un decennio ha portato il Pd casertano ai minimi storici di consenso”, evocando il progressivo allontanamento di dirigenti e militanti e l’assenza di un vero rinnovamento. Nella missiva, l’ex segretario cittadino solleva anche questioni concrete – dal rispetto dello statuto alla trasparenza gestionale, fino alla necessità di rilanciare meritocrazia e competenza – chiedendo chiarimenti alla Camusso e proponendo iniziative per ridare respiro a un partito percepito come sempre più distante dalla base.

A questa contestazione si è sovrapposta la polemica sulla composizione della lista per l’assemblea regionale, dove da Caserta città sono state designate soltanto Rossella Borrelli e Assunta Di Rauso, lasciando fuori il gruppo che fa capo al segretario cittadino Nicola Lombardi e all’ex vicesindaco Franco De Michele. Una scelta che molti hanno interpretato come una ritorsione per la loro partecipazione a un incontro organizzato da Massimo Schiavone, vicino all’europarlamentare Pina Picierno. La decisione della commissaria stride con quanto accaduto in altri comuni, dove i segretari cittadini hanno ottenuto la loro rappresentanza, e viene letta come un segnale di esclusione e chiusura. Lombardi ha cercato di minimizzare, negando attriti con la commissaria, ma la percezione diffusa nel partito è di un commissariamento che divide e isola, anziché integrare e costruire. Non meno significativa la vicenda che ha coinvolto i circoli di Carinaro e Gricignano, richiamati dalla Camusso per l’uso della grafica del Pd in alcune iniziative legate all’ex consigliere provinciale Marco Villano, pupillo del deputato Stefano Graziano, che tanto si sta spendendo per lui per farlo eleggere consigliere Regionale.

La commissaria ha bollato come “sconveniente” e “dannoso” l’utilizzo di simboli del partito in un momento in cui le candidature ufficiali non sono ancora state definite. Ma i segretari di circolo hanno ribaltato l’accusa, difendendo quelle iniziative come semplici momenti di confronto politico, “spazi di partecipazione legittima” senza alcuna strumentalizzazione del simbolo democratico. Una risposta che ha lasciato emergere, ancora una volta, la distanza tra la dirigenza commissariale e la base territoriale. Il filo rosso che lega queste vicende è chiaro: invece di rafforzare il Pd in vista di una competizione regionale che si annuncia complessa, le fratture interne rischiano di compromettere il risultato elettorale. Il partito casertano appare diviso, sfiduciato, impantanato in logiche di esclusione che finiscono per indebolire la sua capacità di proposta. È un paradosso politico che investe direttamente la segretaria nazionale Elly Schlein: la scelta di affidare il commissariamento a Susanna Camusso, pensata come garanzia di rigore e autorevolezza, rischia di trasformarsi in un boomerang.

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